Con più di 100mila domande, il ministero dell’Istruzione ha incassato oltre 1,5 milioni di euro dai contributi dei candidati per un concorso insegnanti del 2020 poi annullato. A distanza di tre anni, però, quei soldi non sono mai stati restituiti.
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Nel 2020 era stato bandito un concorso ordinario aperto sia ai docenti precari che di ruolo per il conseguimento dell’abilitazione. I candidati, in possesso dei requisiti previsti dal bando, avevano presentato domanda pagando il contributo di segreteria di 15 euro ciascuno.
Il concorso non si è mai svolto perché è stato successivamente sostituito da nuovi percorsi abilitanti. Nonostante le sollecitazioni formali della UIL Scuola, il ministero ad oggi non ha ancora reso noto quando e se restituirà l’importo versato dai candidati per una procedura mai espletata.
“Dopo tre anni di attesa, i docenti hanno diritto di sapere come e quando riavranno i propri soldi” commenta il segretario UIL Scuola Giuseppe D’Aprile, annunciando che in assenza di risposta concreta sarà avviata un’azione legale. Un caso che dimostra come sia necessaria maggiore trasparenza sui concorsi pubblici per garantire i diritti dei candidati.
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