Avete presente Giorgia Meloni versione elettorale?
Quella che avrebbe rivoltato l’Italia come un calzino, spezzato le reni all’Europa e tramutato l’acqua in vino.
Poi vai a vedere com’ è andata a finire con la manovra e scopri che:
Doveva innalzare la soglia minima per il Pos a 60 euro. Poi è diventata 40, poi 30, infine, dopo il no dall’Europa, è stata completamente azzerata, tornando esattamente alla situazione del governo Draghi.
Doveva innalzare il tetto al contante a 10.000 euro per “favorire i poveri” (Gulp!), è finito per scendere a 5.000 (sempre troppi), salvo poi essere cestinato (per errore) da Giorgetti. Che giura: “Rimedieremo”. Siamo al dilettantismo puro.
Dovevano fare il condono fiscale, chiamandola “pace” (come se pagare le tasse fosse una guerra). È finito per essere rimandato a fine marzo.
Dovevano fare la Flat tax per tutti, si sono limitati ad estendere l’aliquota al 15% per le partite Iva fino agli 85.000 euro. Alla faccia.
Addirittura Berlusconi in campagna elettorale prometteva pensioni minime a 1000 euro fino a 13 mensilità. Arrivano per il rotto della cuffia ai 600.
In compenso, però, hanno cancellato il Bonus Cultura ai 18enni e regalato quasi 1 miliardo di euro alle società di calcio indebitate fino al collo.
Ecco quanto è, e quanto pesa, la differenza esatta tra urlare all’opposizione e guidare un governo.
Prometto, prometti. Giura.
Ernesto C.
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