Questa fine d’anno non porta buone notizie per il personale docente e ATA della scuola. Mentre l’anno scorso avevano beneficiato di un emolumento aggiuntivo di circa 1.000 euro medi in occasione delle festività natalizie, quest’anno le loro tredicesime saranno molto più leggere.
Quell’extra dello scorso Natale, però, non era affatto un regalo del Governo Meloni, bensì un’anticipazione degli aumenti salariali dovuti per il rinnovo del contratto 2022-2024. Una mossa propagandistica, definita dalla FLC CGIL come il “pacco di Natale”, che ora si rivela in tutta la sua amarezza.
Infatti, non solo quest’anno non è prevista alcuna erogazione straordinaria, ma nemmeno i previsti aumenti contrattuali sono stati ancora attuati, nonostante il CCNL sia scaduto da tre anni. Le risorse stanziate nella Legge di Bilancio per il rinnovo contrattuale garantirebbero infatti soltanto un incremento del 5,78% degli stipendi, di cui peraltro già metà è stata “spesa” con il “pacco” natalizio del 2023.
Una cifra assolutamente inadeguata a far fronte all’inflazione che, nel triennio, ha raggiunto quasi il 18%. Dunque, con la tredicesima di quest’anno, i lavoratori della scuola toccheranno con mano la realtà di stipendi sempre più “poveri” e incapaci di garantire condizioni di vita dignitose.
La FLC CGIL ha denunciato a più riprese questa situazione, promuovendo due scioperi negli ultimi mesi per rivendicare risorse aggiuntive per il rinnovo del contratto e un adeguato aumento salariale.
Se il Ministro Valditara intende davvero restituire autorevolezza e dignità ai lavoratori della scuola, come più volte affermato, dovrà iniziare a rinnovare i contratti di lavoro, garantendo aumenti stipendiali in linea con l’inflazione e in grado di assicurare sicurezza economica e prestigio sociale a tutto il personale scolastico.
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