Il Fisco controllerà i vostri redditi nel 2024 – Il decreto del Ministero dell’Economia del 7 maggio ha rimesso in moto lo strumento di accertamento delle entrate sospeso nel 2018. Il Fisco tornerà ad analizzare le spese dei contribuenti per verificarne la coerenza con i redditi dichiarati.
Il redditometro, sospeso dal Decreto Dignità per i periodi d’imposta successivi al 2015, viene ora reintrodotto grazie al nuovo decreto ministeriale pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 20 maggio. Lo strumento permette all’Agenzia delle Entrate di determinare in modo sintetico il reddito imponibile dei contribuenti attraverso il confronto tra le spese sostenute e quanto effettivamente dichiarato.
Come funzionerà il nuovo redditometro
La tabella allegata al decreto elenca nel dettaglio le voci di spesa che il Fisco prenderà in considerazione per i controlli. Queste sono raggruppate in 4 macro-categorie: consumi, investimenti, risparmio e spese per trasferimenti.
Tra le varie spese monitorate figurano quelle alimentari, per l’abbigliamento, per la casa (affitto, mutuo, utenze), per la salute (medicine, visite) ma anche per telefonia, pay-tv, giochi e lotterie. Il Fisco terrà conto anche delle spese sostenute dal coniuge o familiari fiscalmente a carico.
Una volta raccolti questi dati, l’Agenzia delle Entrate li confronterà con i redditi dichiarati per accertare eventuali discrepanze. Se le spese dovessero risultare superiori al reddito, scatteranno gli accertamenti.
Possibilità di difesa per il contribuente
Nel caso di controllo, il contribuente potrà dimostrare legittimamente di aver sostenuto spese con redditi non imponibili, risparmi precedenti o di aver sostenuto costi diversi da quelli ipotizzati dal Fisco sulla base dei listini ISTAT.
Il redditometro torna dunque ad essere uno strumento attivo per l’Agenzia delle Entrate nella lotta all’evasione fiscale. Ma nel rispetto del contraddittorio, lasciando al contribuente la possibilità di fornire le proprie prove e giustificazioni.
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