APPROVATO ALLA CAMERA IL PDL SULLE TELECAMERE: QUESTO IL MIO PARERE
Con l’approvazione delle telecamere negli asili nido e nella scuola dell’infanzia, la politica dimostra di preferire, ancora una volta, la risposta demagogica alla vera soluzione del problema. La miglior garanzia per la salvaguardia dell’incolumità degli alunni è la tutela della salute degli insegnanti e non certo l’installazione di telecamere o l’introduzione di sedicenti test psicoattitudinali di dubbia valenza.
Ulteriore problema è rappresentato da coloro che dovrebbero visionare e interpretare le immagini a circuito chiuso: si tratta di agenti delle Forze dell’Ordine che non hanno alcuna competenza in materia di educazione e insegnamento. Non sorprenda pertanto se episodi di contenimento di alunni disabili da parte di insegnanti di sostegno vengono scambiati per violenza e sopraffazione e se lo spazientito “Conto fino a tre!” di una maestra sono interpretati come atti intimidatori nei confronti del minore.
I metodi d’indagine fin qui utilizzati avvalendosi di telecamere consistono nella produzione di prove basate su trailer di pochi secondi estratti da sequenze filmate di centinaia di ore (la cosiddetta pesca a strascico), nella decontestualizzazione degli episodi e nelle trascrizioni drammatizzate delle immagini. Non ci si dimentichi infine che le telecamere costituiscono al massimo elemento di prevenzione secondaria e mai primaria (consentono cioè l’intervento a violenza oramai perpetrata), mentre i tempi per addivenire a una sentenza definitiva, di assoluzione o di condanna, richiedono anni, spese, sofferenza e gogna mediatica a causa di tempi biblici della giustizia.
E’ molto più pratico restituire al dirigente scolastico e ai suoi collaboratori il compito di vigilare sulle classi come è stato fino a qualche anno fa. Ricordiamo da ultimo che i primi due compiti medico-legali di un dirigente scolastico prevedono di tutelare proprio la salute dei docenti e l’incolumità della piccola utenza. In una parola possiamo tranquillamente concludere che i problemi della scuola li deve affrontare la scuola medesima e non possono essere da lei delegati ad altri che sono estranei al suo mondo.