Università = Claudia Pratelli (resp.le naz. scuola Sinistra Italiana) – Grazie alla sentenza del Tar che ha bocciato il numero chiuso della statale di Milano e allo sciopero dei docenti, il dossier università sembra essersi aperto anche per il governo. Era ora.
Lo afferma Sinistra Italiana con la responsabile nazionale del settore scuola e università a Claudia Pratelli.
Gli atenei – prosegue Sinistra Italiana- agonizzano da anni sotto i colpi dei tagli e del blocco del turn over: circa 1 miliardo di euro in meno in 10 anni, -20% di docenti con il blocco assunzioni, una precarizzazione massiccia di ricercatori e docenti (circa il 50% non sono strutturati) con cui i giovani (e non più giovani) studiosi prima vengono sfruttati e poi sistematicamente espulsi data l’impossibilità di assumere. Un esodo di studenti: – 65mila nel 2015 rispetto al 2005, e di ricercatori che portano altrove le loro competenze dato che l’Italia non le accoglie.
Un sistema di diritto allo studio indegno che copre pochissimi studenti rispetto alla UE; tasse universitarie mediamente al di sopra dei 1300 € annue, numero chiuso sempre più diffuso per carenza di fondi e docenti più che per una tragedia di programmazione nell’accesso alle professioni. Retribuzioni bloccate da un decennio quelle del personale con stato giuridico dell’università a differenza di quanto previsto per altri funzionari pubblici con stato giuridico; e da altrettanto quelle del personale tecnico amministrativo e bibliotecario il cui rinnovo del contratto non può più attendere. Retribuzioni povere o del tutto assenti quelle dei tantissimo ricercatori precari che lavorano con assegno di ricerca, borse, cococo o semplicemente in nero. Pratica così diffusa da essere toccata quasi a tutti, almeno per un po’, nelle università.
Di tutto questo – insiste Pratelli – i governi che si sono succeduti, compreso quello presente, sono stati artefici, non solo spettatori distratti. Colpevoli. E colpevoli delle narrazioni mistificatorie, utili ad oscurare le vere cause del collasso universitario, quelle del merito, della scarsa connessione col mercato del lavoro, della selezione necessaria per promuovere l’eccellenza.
E allora nessuno si stupisca, tantomeno a chi ha responsabilità politiche, se abbiamo pochi laureati, se ci viene consegnato dai dati il fallimento del 3+2, se i nostri giovani più istruiti se ne vanno all’estero, se i docenti incrociano le braccia.
Il Ministero smetta di balbettare, smetta di fare promesse vaghe e si impegni subito su alcune prioritarie emergenze:
1. Un piano straordinario di reclutamento di ricercatori di tipo B e di professori associati di almeno 20.000 unità che riporti il numero dei docenti al livello del 2008.
2. Una riforma del preruolo che metta fine alla vergogna dello sfruttamento dei nostri giovani studiosi
3. Un intervento sul diritto allo studio che raddoppi le risorse investite in modo da ampliare la platea dei fruitori e aumentare gli importi delle borse per far sì che il diritto allo studio si degno di questo nome e serva davvero a qualcosa.
4. L’abolizione delle tasse universitarie per tutti. Se l’istruzione è un bene comune, se aumentare il numero dei laureati è un obiettivo vero allora l’accesso all’istruzione terziaria deve essere libero e gratuito per tutti.
5. Lo sblocco delle retribuzioni del personale universitario: dei docenti e del personale tecnico amministrativo e bibliotecario, senza dimenticarsi, però, delle figure più deboli e con meno voce: gli Assegnisti i borsisti e tutti o precari;
6. La restituzione del maltolto all’università: le risorse sottratte in questi anni di tagli devono essere reinserite nel Fondo di Finanziamento Ordinario, non con criteri premiali ma come finanziamento ordinario.
7. L’abolizione del numero chiuso negli atenei.
Su tutto questo sfidiamo la Ministra Fedeli – conclude Pratelli-che è intervenuta per placare gli animi di un’università sempre più insofferente. Ministra si impegna su queste priorità?
Inviato da Paolo Fedeli
Lo rende noto l’ufficio stampa di Sinistra Italiana
Roma, 3 settembre 2017 – ore 13.30