Roma, 13 gennaio – Un attacco diretto all’autonomia e alla libertà dell’università italiana. È così che Luca Pirondini, capogruppo del Movimento 5 Stelle in commissione cultura al Senato, definisce l’articolo 31 del DDL Sicurezza, che prevede la possibilità per le università di collaborare con i servizi segreti.
Secondo Pirondini, questa norma rappresenta una grave minaccia per i principi democratici e la libertà accademica. “Le università non sono luoghi di controllo e repressione – dichiara – ma istituzioni dedicano alla formazione critica e alla ricerca libera da condizionamenti. Questo provvedimento, invece, introduce la possibilità di schedare studenti e docenti considerazioni ‘irrequieti’ e di condividere con i servizi segreti i risultati delle ricerche accademiche.”
La denuncia si inserisce in un contesto già segnato da difficoltà per il sistema universitario italiano, che da anni soffre per i tagli ai finanziamenti. “Risorse sempre più scarse – prosegue Pirondini – indeboliscono le nostre accademie, minacciando la qualità dell’educazione e il diritto allo studio. Se a questo aggiungiamo misure liberticide come l’articolo 31, il rischio è quello di compromettere irreversibilmente il ruolo delle università come pilastri di una società democratica e libera.”
Pirondini chiudendo il suo intervento con un appello deciso al Parlamento affinché risponda in modo definitivo a questa norma, definendola “incostituzionale e pericolosa”. “Le università italiane devono rimanere spazi di libertà, dove si formano cittadini consapevoli e critici, non territori controllati da un ‘Grande Fratello’.”
L’allarme lanciato dal senatore accende i riflettori su un dibattito cruciale per il futuro dell’istruzione superiore in Italia e per il rispetto dei diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione.
Un futuro incerto per l’università italiana?
L’articolo 31 del DDL Sicurezza ha aperto un fronte di discussione che coinvolge non solo il mondo accademico, ma l’intera società civile. La tutela dell’autonomia universitaria è un tema centrale per garantire libertà di pensiero, ricerca indipendente e una formazione di qualità, elementi indispensabili per il progresso di una democrazia solidale.
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