E’ un immagine impietosa quella offerta da Openpolis, mostra come a differenza degli altri Paesi, il nostro dal 1990 al 2020 anziché aumentare gli stipendi li abbia tagliati del 3%.
Altrove sono cresciuti ovunque addirittura nei Paesi dell’ex Unione Sovietica gli stipendi sono balzati in avanti con aumenti del 200-270 per cento.
Il nostro Paese resta fanalino di coda e se consideriamo che il salario di un collaboratore scolastico è di circa 1000 Euro al mese e quello di un insegnante di 1300 Euro, davvero non resta che piangere e condannare una classe politica che ha pensato solo ai propri privilegi.
Qualche dato dei paesi simili al nostro: in Germania i lavoratori guadagnano il 33 per cento in più, in Francia il 31, in Spagna il 6.
Le colpe come al solito vengono attribuite al nostro debito pubblico, preso sempre a pretesto quando si tratta di investire sulle fasce più deboli e mai quando invece si tratta di sostenere i grandi capitalisti.
Anche il covid ha fatto la sua parte, ma solo negli ultimi 2 anni che però ha fatto registrare una contrazione del salario medio: in Francia del 3,2% e in Spagna del 2,9%, in Italia il calo ha sfiorato il 6%.
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