Gli arretrati stipendiali tanto attesi dai supplenti docenti e ATA della scuola arriveranno a gennaio 2025. Tuttavia, ciò che avrebbe dovuto rappresentare un sollievo economico rischia di trasformarsi in una delusione a causa di un sistema fiscale che penalizza ancora una volta i lavoratori precari. A pesare, infatti, è il meccanismo della tassazione separata, che comporta una doppia trattenuta senza possibilità di beneficiare delle detrazioni d’imposta.
Tassazione separata: un nodo critico per i precari della scuola
Secondo quanto comunicato da NoiPA, l’emissione speciale degli arretrati per i supplenti brevi è fissata per il 17 gennaio 2025. Tuttavia, il problema della tassazione separata si ripresenta puntualmente ogni inizio anno, creando disuguaglianze evidenti. Gli stipendi arretrati, relativi a periodi lavorativi del 2024, saranno tassati nel 2025 con un’aliquota fissa del 23%, la più bassa prevista dal sistema fiscale italiano. Tuttavia, questa modalità esclude la possibilità di applicare detrazioni o il trattamento integrativo, aumentando il carico fiscale per i lavoratori.
Un’ulteriore complicazione deriva dal fatto che i redditi soggetti a tassazione separata non possono essere conguagliati attraverso il modello 730. Questo vincolo lascia l’eventuale gestione del conguaglio nelle mani dell’Agenzia delle Entrate, aggravando l’incertezza fiscale per i supplenti brevi.
Una soluzione ancora lontana
La questione della doppia tassazione è stata più volte portata all’attenzione del Parlamento, ma finora non si sono registrati interventi concreti. Per molti lavoratori precari, la situazione è diventata insostenibile. Una possibile soluzione potrebbe consistere nel consentire ai supplenti di scegliere la modalità di tassazione da applicare – corrente o separata – al momento della dichiarazione dei redditi. Sebbene questa opzione non eliminerebbe del tutto le disuguaglianze, rappresenterebbe un passo avanti verso una maggiore equità fiscale.
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