A partire da gennaio 2025, oltre 3 milioni di dipendenti pubblici, tra cui docenti e personale ATA, riceveranno un anticipo contrattuale con un aumento medio degli stipendi pubblici pari a 60 euro lordi mensili. Questa misura, prevista dalla Legge di Bilancio 2023, rappresenta un primo passo verso l’adeguamento delle retribuzioni per il biennio 2022-2024.
Tuttavia, la soddisfazione per questo incremento è temperata dalle perplessità dei sindacati, in particolare del sindacato Anief, che ritiene l’importo insufficiente a coprire l’inflazione accumulata nel periodo 2022-2024, superiore al 16%. Secondo Anief, l’indennità di vacanza contrattuale, prevista almeno pari alla metà dell’inflazione registrata, dovrebbe essere il doppio di quanto attualmente erogato.
Per questo motivo, il sindacato Anief invita i lavoratori a presentare una diffida per interrompere i termini di prescrizione e richiedere il recupero degli arretrati, stimati in circa 3.000 euro per il periodo 2022-2024. Inoltre, l’Anief chiede il raddoppio dell’indennità mensile di vacanza contrattuale a partire da gennaio 2025.
Gli anticipi contrattuali del 2025 rappresentano un primo passo, ma lasciano aperti interrogativi sulla capacità delle istituzioni di colmare il divario tra stipendi e inflazione. Mentre la manovra finanziaria promette ulteriori aumenti progressivi nel triennio 2025-2027, resta il nodo delle somme già erose dal potere d’acquisto. Il sindacato Anief, attraverso azioni legali e diffide, si impegna a ottenere condizioni più favorevoli per i lavoratori del settore pubblico.
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