Aumento nella busta paga da 1.000 euro: sconfortante la cifra dell’incremento.
Pressoché 300 euro di aumento per uno stipendio di mille euro lordi! Sogno o son desto? Un tale incremento, per chi guadagna appena 1.000 euro lordi al mese, è talmente irrilevante da non compensare minimamente l’aumento dei prezzi, delle bollette, del carovita.
A ogni buon conto, il governo Draghi, con il testo del decreto Aiuti bis, è intervenuto per aumentare gli importi delle buste paga, facendo in modo che non ci fosse alcun versamento aggiuntivo per le aziende. L’obiettivo è stato raggiunto stanziando le risorse per introdurre uno sgravio contributivo che da luglio a dicembre 2022 è pari al 2,0%, ma solamente per chi ha uno stipendio mensile inferiore a 2.692 euro.
Il piccolo problema è che l’aumento di stipendio, conseguente a tale sgravio, è inadeguato per coloro che hanno una busta paga d’importo non elevato. Specialmente in vista di un inverno che si preannuncia difficile, per merito di un ulteriore aumento dei prezzi dell’energia. Sarà compito del nuovo governo, qualunque esso sia, dare ai lavoratori italiani le risposte di cui hanno bisogno. Ma a preoccupare è la scarsità delle risorse a disposizione; infatti, lo sgravio contributivo è stato finanziato solamente per il 2022 e una conferma alle pari condizioni, ovvero al 2%, costerebbe più di 4 miliardi di euro.
Per coloro che hanno un reddito annuo non superiore a 35 mila euro, la legge di Bilancio 2022 ha introdotto uno sgravio contributivo dello 0,8%. Mentre nel 2021, sull’imponibile lordo indicato in busta paga ne veniva trattenuto un 9,19% a titolo contributivo. Vuol dire che su una retribuzione lorda di 1.000 euro questa operazione comporta un risparmio di 8 euro al mese. Misura che da sola non basta per compensare gli stipendi dalla perdita del potere d’acquisto dovuta all’elevata inflazione, che ad agosto ha superato l’8%.
Ragion per cui, con il decreto Aiuti bis, lo sgravio contributivo è stato portato al 2% ma soltanto per l’ultimo semestre dell’anno dopo l’introduzione di un bonus una tantum di 200 euro.
Vuol dire che la quota di contributi a carico del dipendente è scesa al 7,19%, con un risparmio maggiore in busta paga. Per esempio, con un salario di 1.000 euro il risparmio sale a 20 euro mensili. Dunque, nel totale, chi ha una remunerazione di mille euro al netto ha beneficiato di un aumento di 48 euro nel primo semestre dell’anno, che poi aumenta a 120 euro nel secondo. Se a questo si somma il bonus 200 euro pagato tra luglio e agosto, l’aumento totale è di 368 euro.
Aumento in busta paga inadeguato
L’inflazione ha generato una perdita del potere d’acquisto superiore al risparmio provocato dalle misure straordinarie introdotte dal governo Draghi.
Si stima, infatti, che nel giro di un anno sia andato perso il corrispettivo di una retribuzione, appena bilanciato dall’incremento di 368 euro complessivi.
Situazione non affatto facile per i lavoratori che non hanno uno stipendio elevato.
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