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Diplomati magistrali: la sentenza è retroattiva oppure no?

La sentenza dell’adunanza plenaria sui diplomati magistrali è retroattiva oppure no?

ITP e concorso

Se fino a ieri era chiaro a tutti che l’applicazione della sentenza significava il licenziamento e l’espulsione dalle GaE dei diplomati magistrali ricorsisti, oggi dopo aver letto le dichiarazioni della ministra Fedeli, qualcuno inizia a sperare di mantenere il posto. Del resto noi stessi – dopo esserci consultati con i nostri legali – abbiamo aperto a qualche possibile scenario inaspettato che significherebbe il mantenimento del posto in ruolo delle maestre che hanno già sostenuto l’anno di prova. Tuttavia non è nostra intenzione alimentare false speranze,  ci basiamo su quanto dichiarato al quotidiano Il Giorno dalla stessa ministra.

Chi ha avuto il ruolo lo manterrà o lo perderà?

Il giornalista ha chiesto alla ministra Fedeli di chiarire se chi è stato già assunto perderà il posto, quindi sarà licenziato, oppure no. La risposta della ministra è la seguente, riportiamo il virgolettato: «In assenza dei nuovi giudizi di merito che prima o poi arriveranno come ministero abbiamo chiesto all’Avvocatura generale dello Stato una interpretazione corretta della sentenza. Innanzitutto bisogna capire se è retroattiva o no e come bisogna ottemperare ai diritti dei già assunti in ruolo in forza di una sentenza del Tar e di quelli che hanno già superato il periodo di prova, come anche dei controinteressati laureati».

Non è chiaro – almeno a noi – se per retroattiva intende anche la situazione delle maestre assunte con ricorso e senza riserva T, oppure se si riferisce solo ed esclusivamente alla data dell’emissione del parere considerandola come spartiacque.

E’ finita l’era dei ricorsi?

La ministra, sempre in risposta alle domande del giornalista de Il Giorno, ha voluto evidenziare che con la sentenza si è voluto mettere un freno ai ricorsi: «Noi vogliamo evitare che si vada avanti di contenzioso in contenzioso e che ci siano ulteriori ricorsi. Deciderò in piena autonomia. A furia di usare ricorsi anziché l’applicazione delle legge si creano situazioni di difficoltà per la scuola, per la continuità didattica, quindi per gli studenti, per le famiglie e anche per le singole persone».

Su questo non possiamo che essere in piena sintonia con la ministra. Se i ricorsi da un lato hanno permesso di evidenziare alcune storture, dall’altro hanno generato tanta confusione spaccando il fronte dei precari rendendoli addirittura più deboli. Oggi – è lo sottolineiamo anocra – è tempo delle soluzioni politiche ad iniziare appunto dalla questione diplomati magistrali.

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