Nonostante le dichiarazioni preventive del Presidente Monti, quella che il Governo ha illustrato oggi è una vera e propria manovra economica. Una manovra, l’ennesima in due anni che, sia nel metodo che nel merito, non si discosta affatto dalle impostazioni di quelle precedenti.
Le uniche cifre certe dichiarate oggi dal Governo sono quelle relative al taglio lineare delle dotazioni organiche di dirigenti e personale (20% e 10%); poco su una credibile lotta agli sprechi, sulle auto blu e su quella enorme quantità di spesa pubblica aggredibile immediatamente, come quella rappresentata dalle migliaia di società pubbliche.
L’esempio lampante è dato dai preannunciati interventi sulle consulenze: un obiettivo, quello del Governo, non solo fumoso ed indeterminato, ma anche minimale negli effetti concreti.
Oggi, ciò che è emerso chiaramente è solo il rischio concreto di abbassare, attraverso la messa in mobilità e l’eventuale licenziamento di lavoratrici e lavoratori pubblici, precari e a tempo indeterminato, i livelli di welfare, di protezione sociale e dei servizi ai cittadini: ulteriori problemi per le persone, sempre meno garantite nei loro diritti di cittadinanza, ulteriore disoccupazione e mobilità.
Il Governo, con la conferma di un metodo che pensavamo ormai tramontato, quello della semplice comunicazione dei provvedimenti e non della concertazione, viene meno agli impegni presi e non rispetta l’intesa sul lavoro pubblico sottoscritta un mese fa con le parti sociali.
Così facendo, il decreto legge che il Governo ha dichiarato di voler varare a breve avrà come unica conseguenza l’accentuarsi delle ragioni di dissenso su scelte che intendiamo contrastare con forza, ritenendole inaccettabili.
Serve un confronto vero per una riorganizzazione della Pa che coinvolga i lavoratori pubblici. In assenza di questo decideremo le mobilitazioni più opportune.
Roma, 3 luglio 2012
Rossana Dettori (Fp Cgil), Giovanni Faverin (Cisl Fp), Giovanni Torluccio (Uil Fpl), Benedetto Attili (Uil Pa), Domenico Pantaleo (Flc Cgil), Francesco Scrima (Cisl Scuola), Massimo Di Menna (Uil Scuola)