Sentenza storica della Corte Costituzionale, ai dipendenti pubblici spettano fini a 34 anni di arretrati

La sentenza della Corte Costituzionale ripristina l’incremento per l’anzianità di servizio per i dipendenti pubblici. Una storia iniziata negli anni ’90 quando lo stipendio venne bloccato, causando ricorsi e ora possibili arretrati fino a 3 decenni.

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Veniamo ai fatti: nel 1990 il blocco dell’anzianità venne inserito nei contratti pubblici. Ma molti dipendenti ricorsero in tribunale e ottennero ragione, vedendosi riconoscere la maggiorazione RIA. Successivamente nel 2001 una legge escluse il diritto al riconoscimento per il 1991-1993, ma ora la Corte Costituzionale ha dato di nuovo ragione ai lavoratori.

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Cosa comporta la sentenza?

Probabilmente la riapertura dei ricorsi respinti e l’arrivo di arretrati fino a 30 anni per chi fece causa negli anni ’90, senza prescrizione. Gli importi saranno allocati negli anni di competenza, migliorando quindi futura pensione e stipendio attuale.

Resta da capire se chi non fece causa potrà rivalersi ora, ma di certo la decisione della Consulta rimette in discussione una vicenda iniziata 34 anni fa, con possibili effetti economici rilevanti sugli stipendi dei dipendenti pubblici.

Intanto i nostri legali sono al lavoro per capire se occorrerà rivendicare il diritto.

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