Non so se quello che sto per proporre sia realizzabile, ma io ci provo.
La commozione e lo sdegno che la morte del povero bimbo di 5 anni ha suscitato in me come in tutte le persone degne di questo nome mi porta a chiedere a gran voce la possibilità di esercitare una qualche forma di censura vera sui social da parte dello Stato o di una qualche commissione garante della salute pubblica.
Mi riferisco a tutti quei contenuti che incitano all’odio, alla violenza, all’autolesionismo, alle bravate che possono avere conseguenze gravissime e irreparabili.
Io penso che non debba essere lasciata la libertà di poter fare e dire quello che si vuole, quando questo è lesivo per gli altri. È evidente che soprattutto molti adolescenti possono venire plagiati e convinti a fare cose orrende da questi mostri dei social.
Avevo visto tempo fa una trasmissione in televisione in cui una ragazza raccontava dell’esistenza di video che incitano a tagliarsi e a farsi del male in modo sempre più raffinato e irreparabile.
Io penso che uno Stato debba tutelare le menti deboli e facilmente orientabili soprattutto dei giovani e che debbano essere drasticamente censurati i post e i video di influencer che propongono comportamenti lesivi di se stessi e degli altri.
La libertà deve avere un limite. Si deve trovare un modo per mettere un punto alla proliferazione indiscriminata di mostruosità.
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