Negli ultimi anni, il dibattito crescente sulla scuola italiana ha messo in luce una questione cruciale: la necessità di cambiare la prospettiva culturale per meglio rispondere alle esigenze degli studenti e dei lavoratori del settore. La scuola non è solo un luogo di apprendimento, ma è anche un ambiente in cui si formano relazioni, si sviluppano competenze e si costruisce il futuro della società.
Uno degli aspetti più problematici della gestione scolastica sembrerebbe essere una crescente mancanza di dialogo tra i dirigenti e il corpo docente. Certo non è il caso di generalizzare, tuttavia, le decisioni, raccontano svariati docenti su diversi gruppi social, vengono spesso prese in modo unilaterale, senza ascoltare le proposte e le preoccupazioni degli insegnanti. Questo approccio non solo demotiva il personale, ma compromette di riflesso anche la qualità dell’istruzione. Complici di ciò sono le numerose riforme scolastiche che si sono susseguite negli ultimi due decenni e che hanno ampliato la discrezionalità del dirigente scolastico a danno della componente professionale dei docenti e della democrazia nella scuola italiana. Che ciò avvenga nella scuola è davvero imbarazzante. La scuola è per antonomasia luogo di confronto e di crescita culturale e il Docente è per sua definizione detentore e promotore del pensiero critico, libero, divergente.
Cambiare questa dinamica è possibile e necessario. Implementare strategie che favoriscano un confronto aperto e costruttivo delle idee permetterebbe di costruire un ambiente più collaborativo e partecipativo e meglio orientato alle esigenze dell’utenza. Sarebbe auspicabile promuovere continui corsi di formazione sulla leadership per i dirigenti scolastici e premiare quei dirigenti virtuosi in grado di favorire una consapevolezza diffusa e un clima sereno e democratico che risente del dettato costituzionale al quale la scuola è da sempre ispirata. Un’idea interessante potrebbe essere quella di somministrare, a livello sistemico, un questionario anonimo e online che vada ad indagare il clima generale che Docenti e ATA respirano nella scuola italiana. Sarebbe interessante rilevare le opinioni reali e non condizionate dei Lavoratori del settore scolastico circa le azioni messe in atto dal dirigente scolastico volte a favorire una crescente democrazia e un confronto costruttivo tra le parti.
Un modello di scuola in cui gli insegnanti possano esprimere liberamente le loro opinioni e proposte sarebbe più innovativo e stimolante. Le riunioni collegiali potrebbero trasformarsi in spazi di discussione in cui le idee circolano liberamente, portando a decisioni più condivise ed efficaci. Questo non significa certo delegittimare il ruolo del dirigente, ma piuttosto ridefinirlo come facilitatore dei processi di apprendimento e di crescita professionale.
Un altro aspetto chiave riguarda l’importanza di valorizzare le reali competenze degli insegnanti. La formazione continua e l’aggiornamento professionale sono fondamentali per garantire un’istruzione di qualità. Tuttavia, è necessario che le opportunità di sviluppo professionale siano accessibili a tutti i docenti, indipendentemente dal ruolo che essi occupano nel funzionigramma scolastico. Questo richiede una riconsiderazione delle politiche di formazione e la promozione di una cultura della crescita condivisa. Altrettanto condivisibile sarebbe la proposta di abolire quel ‘a fiducia’ a favore di forme di legittimazione ispirate al Merito.
Un altro elemento cruciale per il cambiamento della scuola italiana è il ruolo dei sindacati. La rappresentanza sindacale è fondamentale per garantire che le voci degli insegnanti siano ascoltate e che i diritti dei lavoratori siano tutelati. Tuttavia, è necessario un rinnovamento di questo ruolo, evitando di candidare nella RSU (Rappresentanza Sindacale Unitaria) quei lavoratori della scuola che occupano ruoli molto vicini alla dirigenza.
La presenza di candidati con forti legami con la dirigenza può compromettere la capacità di rappresentanza dei lavoratori. È importante che i rappresentanti sindacali siano scelti tra coloro che vivono quotidianamente le sfide e le difficoltà dell’insegnamento. Solo così si potrà garantire una rappresentanza autentica, capace di portare avanti le istanze e i diritti dei docenti.
Cambiare la prospettiva culturale nella scuola italiana si può, ma richiede un impegno collettivo. Promuovere il dialogo aperto tra dirigenza e corpo docente, valorizzare le competenze di ciascuno e garantire una rappresentanza sindacale autentica può trasformare la scuola italiana in un vero e proprio laboratorio di innovazione e crescita. La responsabilità di questo cambiamento è di tutti: dirigenti, insegnanti, sindacati e istituzioni devono lavorare insieme per costruire una scuola migliore per le future generazioni.
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