Al via le elezioni delle RSU delle scuole italiane. Le urne resteranno aperte fino a giovedì, lo scrutinio invece sarà venerdì prossimo
Il personale della scuola avrà 3 giorni di tempo per votare le RSU di istituto. Chiunque può votare chiunque, scusateci il gioco di parole, ma spesso gli ATA sono convinti che possono votare solo un rappresentate ATA e i docenti lo stesso. Invece non è così. Un assistente tecnico se lo ritiene potrà dare il proprio consenso ad un docente e viceversa.
Chi può votare le RSU?
Possono votare tutti i lavoratori dipendenti con rapporto di lavoro a tempo indeterminato i servizio presso l’istituzione scolastica, i supplenti purché siano titolari di un contratto a tempo determinato almeno fino al 30 giugno. Non possono votare i dirigenti scolastici, anche se spesso le liste sono piene dei loro diretti collaboratori, un conflitto di interesse che si consuma da anni nella scuola italiana.
Come si vota
Il lavoratore, nel segreto dell’urna, può votare solo la lista oppure scegliere i rappresentanti in quella lista. Non è permesso il cosiddetto voto disgiunto. I seggi vengono assegnati secondo il metodo proporzionale. Se alcune liste non raggiungono il quorum i seggi vengono assegnati alle liste che hanno ottenuto i maggiori resti. La prova del nove comunque riguarda i sindacati rappresentativi firmatari del rinnovo del contratto come si sa tale accordo ha generato un malcontento diffuso, per loro questo rinnovo è assimilabile ad un vero e proprio referendum. Ricordiamo che dalle precedenti elezioni delle RSU sono emerse queste percentuali nazionali:la Flc Cgil è al 26,81%, la Cisl al 24.02%; la Uil al 15,19%, lo Snals al 14,72% e la Gilda all’8,60%.
Sindacati minori
I cosiddetti sindacati minori, li chiamiamo così perchè non hanno mai superato la soglia che gli permette di essere rappresentativi, Anief, Cub, Cobas, Unicobas, Usb eccetera sperano di ottenere il 5% per poter così rappresentare i lavoratori al tavolo delle trattative. Tale soglia inoltre prevede anche la possibilità di usufruire dei distacchi sindacali, tali distacchi – ricordiamo – gravano sui contribuenti. Attualmente ad usufruirne sono soltanto i cosiddetti rappresentativi.