Organici scolastici in calo dal 2025/2026: la Legge di Bilancio approvata di recente introduce diverse novità per il sistema di istruzione italiano, tra cui la riduzione del personale docente e ATA. Vediamo nel dettaglio cosa prevede la riforma e quali potrebbero essere le ricadute.
Tagli all’organico dei docenti
A partire dall’anno scolastico 2025/2026, è prevista una diminuzione complessiva di 5.660 posti nell’organico dei docenti. Questa misura, regolata attraverso decreti congiunti del Ministero dell’Istruzione e del Merito e del Ministero dell’Economia e delle Finanze, interesserà principalmente l’organico dell’autonomia.
Le aree più colpite potrebbero essere quelle dei docenti di ruolo (ovvero le nuove assunzioni) e degli insegnanti di sostegno.
Conseguenze sui processi didattici
La riduzione del personale docente avrà un impatto diretto su diversi aspetti della scuola:
- Classi più numerose: con meno insegnanti, il numero di studenti per classe potrebbe aumentare, compromettendo l’attenzione individuale agli alunni.
- Calo della qualità formativa: la minore disponibilità di risorse potrebbe limitare la possibilità di personalizzare l’insegnamento.
Tagli anche per il personale ATA
La Legge di Bilancio prevede inoltre una diminuzione di 2.174 posti per il personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA), a partire dall’anno scolastico 2026/2027.
Questi tagli saranno definiti attraverso una revisione dei criteri e dei parametri per l’organico ATA, stabiliti mediante decreto ministeriale.
Conseguenze sulla gestione scolastica
Le scuole dovranno affrontare diverse sfide a seguito della riduzione del personale ATA:
- Aumento del carico di lavoro: le mansioni del personale ATA, già consistenti, potrebbero intensificarsi ulteriormente.
- Difficoltà gestionali: la diminuzione delle risorse amministrative rischia di rallentare processi fondamentali per il funzionamento delle scuole.
Possibilità di rimodulazione
Una modifica introdotta dalla Camera dei Deputati prevede la possibilità di rimodulare le riduzioni previste, garantendo la stessa spesa finanziaria complessiva.
Attraverso un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, si potrà adattare la distribuzione dei tagli all’interno del triennio di autonomia scolastica, rispondendo meglio alle esigenze specifiche delle scuole.
Questo approccio potrebbe consentire una maggiore equità, specialmente in territori con carenze significative di personale.
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