La scuola pubblica italiana si trova a un nuovo bivio. “Scuola Lavoro e Libertà”, gruppo di rappresentanza delle idee e delle esigenze della Scuola, ha espresso una forte opposizione alla nuova procedura concorsuale PNRR2, avanzata dal Ministero dell’Istruzione e del Merito (MIM). La comunità scolastica, composta da insegnanti, sindacati e famiglie, critica una decisione che appare scollegata dalla realtà quotidiana delle aule, dove l’educazione è un processo complesso e impegnativo, ben distante dai semplici numeri di algoritmi e graduatorie.
In prima linea nella protesta sono i docenti, che vedono nella nuova procedura concorsuale un’ulteriore barriera, anziché una soluzione efficace al problema del precariato. Questo concorso, infatti, viene proposto mentre ancora pende l’incertezza sui risultati delle selezioni precedenti e con molte graduatorie di idonei ancora non utilizzati. Il sindacato e le associazioni di categoria hanno a lungo sollecitato il Ministero, evidenziando l’inadeguatezza di questa strategia per rispondere ai veri bisogni della scuola. Tuttavia, sembra che Viale Trastevere continui per la propria strada, ignorando appelli e richieste di dialogo.
La situazione si aggrava alla luce dell’ultimo rapporto Eurispes, che colloca l’Italia tra i paesi in coda per investimenti nell’istruzione in Europa. Mentre altre nazioni cercano soluzioni innovative per supportare il sistema scolastico, l’Italia sembra muoversi in direzione opposta, con un taglio di 5.660 posti per i docenti e di 2.174 per il personale ATA. Tale riduzione di compromettere ulteriormente la qualità dell’istruzione pubblica rischiando.
Di fronte a questa crisi, i sindacati confederali e il Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) sono chiamati a un ruolo fondamentale. La voce dei lavoratori chiede una rappresentanza concreta e unitaria, non solo di facciata. La comunità scolastica reclama un intervento deciso, esortando i politici a prendere posizione non solo a parole ma anche con azioni concrete.
Il malcontento si prepara a sfociare in azioni di protesta tangibili, con lo sciopero nazionale del 31 ottobre, durante il quale insegnanti e personale scolastico si uniranno in un’unica voce per chiedere attenzione e rispetto per la scuola pubblica. “Giù le mani dalla scuola pubblica italiana”, sarà il grido di chi ogni giorno lavora per garantire un futuro migliore ai giovani del Paese.
Comunicato – Il NO della scuola – Basta concorsi, basta tagli.docx
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