“Con il PNRR sono state stanziate ingenti risorse per la trasformazione delle classi tradizionali in ambienti innovativi di apprendimento, per la creazione di laboratori per le professioni digitali del futuro e per promuovere un programma di formazione alla transizione digitale del personale scolastico.
Le scuole hanno potuto richiedere ed usufruire di una unità aggiuntiva di personale A.T.A. e, nello specifico, di un collaboratore scolastico o di un assistente tecnico o di un assistente amministrativo. Sono state assunte circa 9.000 unità di personale tra assistenti tecnici e amministrativi e collaboratori scolastici.
Ma adesso il MiM ha deciso inspiegabilmente di non prorogare le 3166 unità di personale amministrativo e tecnico e di lasciare alle scuole la possibilità di attivare nuovi incarichi in favore del personale già assunto”. Lo scrive in una nota, Irene Manzi, responsabile nazionale scuola del Pd che annuncia un’interrogazione parlamentare sottoscritta anche dalla collega Silvia Roggiani.
“Questa decisione ha generato notevoli criticità: gran parte degli istituti scolastici ha scelto di non rinnovare i contratti del personale tecnico e amministrativo e, molti altri, si trovano a vivere una situazione di estrema confusione.
Le preoccupazioni riguardano molteplici aspetti: i fondi sono insufficienti o già impegnati, la gestione contrattuale e fiscale del personale è posta interamente a carico della scuola che si ritroverebbe oberata di ulteriori e complessi adempimenti, per non parlare delle criticità inerenti la natura dei nuovi contratti e la loro classificazione in tema di tutele, diritti e normativa da applicare nonché la mancanza di chiarezza sui vincoli e i termini contrattuali”, prosegue Manzi.
“Il Ministero -aggiunge la responsabile nazionale scuola dem- sta dando vita a una gravissima disparità di trattamento tra le figure del personale ATA: da un lato i collaboratori scolastici i cui contratti sono stati prorogati con la legge di bilancio e dall’altro gli assistenti tecnici ed amministrativi prorogati solo teoricamente e, di fatto, rimasti spesso senza lavoro e senza alcuna certezza. Per non parlare anche delle conseguenze inevitabili nella fase dell’espletamento dei progetti PNRR negli istituti scolastici italiani, i quali saranno destinatari di ingenti fondi europei PNRR ma non avranno personale qualificato per attuare i progetti previsti dal Piano”.
“Chiediamo con forza al governo -già in sede di esame del decreto milleproroghe- di risolvere questo vulnus: le tre figure professionali devono essere gestite e tutelate equamente poiché tutte indispensabili al corretto espletamento dei progetti PNRR negli istituti scolastici”. Così ha concluso Manzi
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