Roma, 14 gennaio – Il dibattito sulla scuola italiana si infiamma ancora una volta, con il Movimento 5 Stelle che punta il dito contro il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. Al centro della polemica, il “premio” annunciato per le regioni che hanno applicato la controversa norma sul dimensionamento scolastico. Questa misura, che prevede l’accorpamento degli istituti, rischia di avere un impatto devastante sulle aree più fragili del Paese.
Secondo gli esponenti M5S in commissione cultura, la decisione di premiare le regioni che si sono adeguate alla norma rappresenta una vera e propria vendetta nei confronti di quelle che hanno scelto di non piegarsi. “È una discriminazione inaccettabile. Dare a queste regioni la possibilità di ridurre il numero di alunni per classe e posticipare il taglio del personale ATA per un anno è un chiaro tentativo di forzare tutte le altre a seguire la stessa strada,” denunciano i pentastellati.
La norma sul dimensionamento, introdotta con l’obiettivo dichiarato di ottimizzare le risorse, è accusata di alimentare un processo di desertificazione dei territori già in difficoltà. La chiusura degli istituti in aree marginali rischia di aggravare le disuguaglianze territoriali, compromettendo ulteriormente il diritto allo studio per migliaia di studenti.
“Dopo i tagli indiscriminati agli organici previsti nella legge di bilancio, ora arriva questa ulteriore misura punitiva. Ma che male ha fatto la scuola pubblica a Giorgia Meloni?”, si chiedono i rappresentanti M5S, sottolineando come queste scelte minino alle fondamenta il sistema scolastico nazionale.
La protesta del Movimento 5 Stelle si inserisce in un contesto più ampio di polemiche sulla gestione dell’istruzione pubblica in Italia. L’accorpamento degli istituti, unito ai tagli previsti, sembra disegnare un futuro incerto per la scuola, in particolare nelle aree più svantaggiate.
Mentre il governo difende la necessità di riforme per contenere i costi, le opposizioni chiedono interventi che valorizzino il ruolo dell’istruzione come pilastro della coesione sociale e dello sviluppo del Paese. La scuola pubblica è destinata a rimanere uno dei principali terreni di scontro politico nei prossimi mesi.
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