Scuola italiana al palo: stipendi bassi e pochi investimenti penalizzano i docenti

I dati del rapporto Svimez 2024 svelano la crisi del sistema scolastico italiano, fanalino di coda tra le principali economie europee

La scuola italiana è in affanno: lo dimostrano i dati impietosi del Rapporto Svimez 2024, che delineano un quadro preoccupante per quanto riguarda gli investimenti nell’istruzione e le retribuzioni dei docenti. L’Italia, infatti, si colloca all’ultimo posto tra le principali economie europee per spesa in educazione, con una percentuale sul PIL che si attesta appena al 4%, ben al di sotto della media OCSE del 5% e di quella UE del 4,4%.

Nonostante ciò, il rapporto alunni-docenti in Italia risulta migliore rispetto alle medie internazionali, attestandosi a 1 a 10 contro 1 a 13 per l’OCSE e 1 a 12 per l’Unione Europea. Questo dato, tuttavia, cela forti disparità territoriali: nel Centro-Nord il rapporto sale a 1 a 11, mentre nel Mezzogiorno raggiunge addirittura 1 a 9, con punte di 12,6 alunni per insegnante in Lombardia e 12,4 in Emilia-Romagna e Veneto.

Ma non solo. Il Rapporto Svimez evidenzia anche le esigue retribuzioni degli insegnanti italiani, che percepiscono in media 47.111 dollari lordi all’anno, oltre 7mila dollari in meno rispetto alla media OCSE (54.241 dollari) e circa 6mila in meno rispetto a quella UE (52.975 dollari). Nello specifico, gli stipendi vanno dai 44.940 dollari annui (circa 2.318 euro al mese) per gli insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria, ai 47.829 dollari (2.467 euro mensili) per quelli della scuola secondaria di I grado, fino ai 50.734 dollari (2.617 euro mensili) per gli insegnanti della scuola secondaria di II grado.

Un quadro desolante, che mette in luce la necessità di investire maggiori risorse nel sistema scolastico italiano, al fine di garantire condizioni di lavoro e retributive adeguate per i docenti, vero motore del cambiamento e della crescita del Paese.

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