Esiste un Piano estate che prevede attività didattiche da giugno a settembre.
È un’iniziativa su cui noi di SBC ci siamo espressi negativamente, consapevoli che più di un piano estivo avremmo bisogno di un piano autunnale.
Mi spiego meglio.
Molti docenti si stanno rendendo conto che, malgrado le tante dichiarazioni contro le classi pollaio, a settembre prossimo molte classi conteranno dai 28 ai 32 alunni.
Non solo, si stanno rendendo conto che quelle classi non saranno divise.
Inoltre un’altra certezza si profila all’orizzonte, che 1/4 del personale sarà costituito ancora da precari e migliaia di docenti saranno costretti a lavorare a centinaia di chilometri di distanza.
E ancora, stanno realizzando che le aule non saranno dotate di sistemi che permettono un costante ricambio dell’aria senza necessariamente dover aprire le finestre quando arriverà di nuovo il generale inverno.
E infine si profila la certezza che gli spazi scolastici resteranno quelli di sempre, aule anguste in edifici spesso non adeguati perché costruiti per un uso diverso.
E allora una valanga di soldi per la scuola d’estate mentre resterà tutto invariato per la vera scuola, quella che inizia a settembre e finisce a giugno.
Abbiamo quasi la certezza che la pandemia da Covid 19 non abbia fatto cogliere quel bisogno di cambiamento necessario nella Scuola statale.
Insomma a parole pare che si voglia cambiare tutto, ma nei fatti non si cambia nulla, e a settembre i docenti ritroveranno la stessa scuola che hanno lasciato, con i medesimi problemi irrisolti.
Abbiamo in cambio una ludoteca estiva rifiutata da docenti e studenti, avremo voluto la risoluzione anche graduale di problemi strutturali sempre inevasi.
Libero Tassella SBC
Lavorare a scuola come docenti o come ATA
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