Negli ultimi anni, nel mondo della scuola italiana è in atto una rivoluzione per quanto riguarda le modalità di valutazione degli studenti. Le normative scolastiche hanno individuato nuovi parametri per assegnare i voti in pagella, privilegiando prove oggettive rispetto alla valutazione basata sull’osservazione da parte degli insegnanti.
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Occorre una nuova normativa per la valutazione, proviamo ad immagine che ne esista una immaginaria e provate a scrivere la vostra i dea di valutazione.
Valutazione, la normativa che non c’è
I professori non possono più attribuire i voti in base alla propria valutazione complessiva degli studenti, maturata nel corso dell’anno attraverso l’osservazione diretta in classe. Devono invece dimostrare in modo oggettivo, con prove e verifiche scritte registrate, che il voto corrisponde ai risultati raggiunti dallo studente sui diversi contenuti trattati.
Da un lato, questo cambio di prospettiva mira a garantire maggiore trasparenza e oggettività nella valutazione finale. Dall’altro però può risultare uno stress ulteriore per gli insegnanti, costretti a raccogliere prove continue per motivare ciascun voto. Inoltre, rischia di sminuire il ruolo pedagogico e la conoscenza diretta che i docenti maturano su ciascun allievo durante l’anno.
Alla luce di questi pro e contro, il dibattito sull’opportunità di tali cambiamenti nelle modalità di valutazione rimane ancora aperto. Serve trovare un giusto equilibrio che tuteli la oggettività dei giudizi, ma non escluda l’aspetto formativo e la valenza dell’esperienza degli insegnanti.
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