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Scuola, è corsa ai trasferimenti. Addio al Nord e corsa verso il Sud, tanti i posti vacanti

Dal Veneto è fuga verso il Sud, molte le cattedre vuote, via 460 professori e maestri

I docenti di ruolo scappano dal Nord per tornare al Sud. La vita nelle città del Nord è cara, gli affitti sono alle stelle e l’inflazione ha dato l’ultimo colpo di grazia.

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Nessuno vuol fare più il docente e i precari del Sud preferiscono stare nelle regioni di origine dove la vita costa meno, hanno casa di proprietà e si gode di un clima decisamente migliore.

Al Nord tuttavia si svuotano le cattedre e i posti vacanti iniziano ad essere parecchi. L’allarme lo lancia la Tribuna di Treviso.

Docenti, è fuga dal Veneto

L’istruzione nel Veneto è attualmente al centro di una preoccupante fuga di cervelli, con 460 professori e maestri che hanno deciso di lasciare la regione in cerca di nuove opportunità altrove. Con oltre 7mila domande di trasferimento presentate, di cui solo 4mila dirette verso altre province venete e oltre 3mila indirizzate fuori regione, si evidenzia un trend allarmante che solleva interrogativi sullo stato dell’istruzione nel nord Italia.
Tra le richieste accettate, si segnala che ben 301 docenti hanno deciso di fare ritorno al Sud, indicando una percezione diffusa di una maggiore attrattiva professionale altrove. Se da un lato si potrebbe considerare il Veneto come “culla” di opportunità professionali, dall’altro emerge chiaramente una crisi di attrattività per la professione di insegnante nel nord Italia.

I numeri parlano da soli, con 186 insegnanti provenienti da altre regioni che hanno ottenuto trasferimenti verso il Veneto, mentre un numero significativamente più elevato di 463 insegnanti ha deciso di lasciare la regione, contribuendo a un vero e proprio esodo di competenze.

Ciò che emerge da questa corsa ai trasferimenti è la chiara necessità di affrontare in modo urgente le problematiche legate alla valorizzazione della professione di insegnante, soprattutto in contesti settentrionali come il Veneto, dove sembra essere in atto una crisi di attrazione e una mancanza di incentivi che scoraggiamo i professionisti del settore a stabilizzarsi e ad investire nella crescita del sistema educativo locale.

Le istituzioni e gli organi competenti sono chiamati a considerare seriamente queste cifre allarmanti, al fine di sviluppare politiche che rendono la professione di insegnante più appetibile e sostenibile, garantendo un ambiente lavorativo stimolante e prospettive di carriera concrete per i professionisti dell’istruzione.

L’obiettivo deve essere quello di preservare e potenziare la qualità dell’istruzione offerta ai giovani, salvaguardando al contemporaneo la stabilità e la continuità delle risorse umane nel settore dell’istruzione nel Veneto e in tutta l’Italia.

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