Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani in occasione dell’International Day of Peace, che si celebra il 21 settembre di ogni anno, intende fare una sincera riflessione sul tema della Pace come condizione indispensabile per la convivenza dei popoli. Iniziamo col dire che tale giornata fu istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1981, solo nel 2001 però si scelse all’unanimità la data del 21 settembre. L’Onu stabilì che l’obiettivo da perseguire sarebbe stato quello di invitare tutti i popoli a rispettare l’interruzione di qualsiasi ostilità durante questa giornata, in altre parole si trattava di un esplicito “Cessate il fuoco!” nelle zone di guerra, e altresì partecipare a tale ricorrenza con iniziative formative e di sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema della Pace e della non violenza. L’obiettivo delle Nazioni Unite era, quindi, perfettamente in linea con il I articolo del suo Statuto: “Mantenere la Pace e la sicurezza internazionale e, a questo fine, prendere efficaci misure collettive per prevenire e rimuovere le minacce alla pace”. Difatti, le 51 nazioni che presero parte alla conferenza cercarono di ritrovarsi in valori universali come la fraternità internazionale e l’uguaglianza dei popoli. Valori di cui il Novecento era stato digiuno. Le due guerre mondiali, l’olocausto, la bomba atomica e la guerra fredda avevano lasciato miserie e dolore ovunque. Ma avevano anche insegnato alle nazioni la necessità di cooperare per assicurare al mondo una pace duratura. Toccò alla Società delle Nazioni, prima organizzazione internazionale volta al mantenimento della Pace, nel 1919, gettare le basi per accrescere il benessere e la qualità di vita degli uomini. Solo nel 1945, però, dopo due guerre mondiali e milioni di morti, gli Stati del mondo riuscirono finalmente a realizzare un nuovo assetto internazionale che avrebbe garantito una Pax duratura: l’Onu. Nonostante il grande lavoro di mediazione di quest’ultimo e nonostante l’impegno continuo e costante profuso negli anni, quello della Pace rimane un obiettivo difficile da raggiungere. Per questo motivo, sia in passato che di recente, i messaggi di Pace rivolti ai popoli sono giunti anche dalle figure più eminenti della Chiesa. Basti pensare all’enciclica Pacem in Terris di Papa Giovanni XXIII nel 1963 o al Dialogo tra le religioni per la Pace, di Papa Giovanni Paolo II, tenutosi ad Assisi nel 1986, evento planetario della durata di tre giorni che porta ancora avanti Papa Francesco.
La Giornata Internazionale della Pace è, quindi, un giorno carico di significato. E’ il giorno in cui scegliamo di stare dalla parte della Pace, è il giorno in cui rivendichiamo il nostro Diritto alla Pace, perché fuori dalla Pace non si vive. Fuori dalla Pace c’è solo guerra e violenza, fuori dalla Pace c’è l’assenza del diritto, fuori dalla Pace si gioca alla roulette russa con la vita. La Giornata Internazionale della Pace è diventata di conseguenza la giornata dell’opportunità per i grandi capi di Stato e per i semplici cittadini di ripensare alla propria condotta. E’ il momento speciale in cui ognuno nel suo piccolo può “cessare le ostilità” con i familiari, con i vicini di casa, con i compagni di classe e di squadra. L’International Day of Peace su vari piani, locali, regionali, nazionali e universali è diventato, per tali ragioni, il giorno da dedicare alle attività di educazione e sensibilizzazione.
Il CNDDU, come sempre, crede che l’educazione giochi un ruolo fondamentale nello sviluppo umano e nel formare nell’individuo la coscienza di essere cittadino del mondo. Pertanto, crede fortemente che bisogna educare i giovani a una cultura di Pace la quale sappia lodare il valore e la dignità di ogni essere umano. Vivere di Pace e in Pace, vuol dire conoscere le leggi basilari di uguaglianza e dignità. C’è, quindi, un urgente bisogno di educare alla Pace e spingere soprattutto i giovani alla fraternità internazionale, a lottare per i Diritti Umani, a sentire l’orrore per le ingiustizie. Educare alla Pace significa identificare le cause della violenza e decostruirle al fine di vivere bene con gli altri nella cooperazione e nella condivisione dei valori universali dell’uomo. Come sempre, ci rivolgiamo ai colleghi della scuola italiana che rappresentano l’humus fertile fondamentale per la crescita dei nostri studenti. L’insegnamento può tanto. Un messaggio di Pace e di non violenza che giunga dal mondo della scuola e dal popolo degli studenti può innescare esempi di giustizia inarrestabili e contagiosi. E allora anche stavolta, a pochi giorni dall’inizio di un nuovo anno scolastico, invitiamo i nostri colleghi docenti a coinvolgere gli alunni, che occuperanno a breve i loro banchi, in attività che favoriscano lo sviluppo e il potenziamento di sentimenti di solidarietà. Perché “Stabilire una pace duratura è un compito dell’istruzione”. Così sosteneva Maria Montessori e così sosteniamo noi.
Il CNDDU è convinto che il dialogo tra i popoli sia stato il grande assente del nostro tempo, e nessuna Pace può esistere senza le solidissime basi del dialogo tra gli uomini, perché la cultura della Pace è la cultura del dialogo. Allora parliamola la Pace, raccontiamola, disegniamola, urliamola nelle piazze, sventoliamola sui balconi. Viviamola nel quotidiano. Facciamolo adesso, facciamolo noi. E convinciamo(ci) che ora, più che mai, è tempo di Pace!
Prof.ssa Rosa Manco
Coordinamento Nazionale dei Docenti della disciplina dei Diritti Umani