Le retribuzioni degli insegnanti italiani non solo sono le più basse rispetto a quelle dei colleghi degli altri paesi ai cui sistemi scolastici spesso si fanno raffronti, inoltre nulla si prevede per gli aumenti per il prossimo CCNL 22/24, nella Legge di bilancio 2025 per gli insegnanti e per il restante Pubblico Impiego non sarà stanziato nulla, perché a fronte di 25 miliardi di risparmi ci saranno tagli a Sanità, Scuola e pensioni.
Ecco perché certe dichiarazioni del Ministro lasciano a dir poco perplessi, gli insegnanti sono altresì i peggio pagati a parità di titolo di accesso nella pubblica amministrazione, gli impiegati laureati hanno una retribuzione maggiore di quella di un insegnante che dopo la laurea, una preparazione iniziale a sue spese con compravendita di Crediti ( CFU) e concorsi selettivi risultano pagati tra i 1200 e i 1400 euro.
Chi volete che in un prossimo futuro voglia intraprendere questa professione poco pagata, pericolosa e alle direttive di un DS spesso autoritario?
Per non parlare della trafila per ottenere un contratto a tempo indeterminato che diventa lungo anche perché si predilige il precariato per una questione di risparmio. Oggi 1/3 ,dei docenti è precario.
Una cosa è certa malgrado le dichiarazioni del Ministro Giuseppe Valditara, continua in Italia la politica decennale di tutti i Governi, cioè quella di appiattimento retributivo degli insegnanti italiani, mentre resta anacronistica la differenziazione stipendiale tr docenti del primo e del secondo ciclo, laddove oggi a tutti i docenti è richiesta la laurea come titolo di accesso.
Libero Tassella
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