Questo dato diventa più mortificante e demotivante per i docenti e ATA a fronte di un contratto che si potrebbe chiudere anche nelle prossime settimane, ma che porterà ad aumenti comunque insufficienti e irrisori e a arretrati che vanno dai 1500 euro ai 2000 euro a fronte di un’inflazione oggi del 9%.
Ma i soldi finora nelle casse dello Stato devono arrivare nelle tasche dei lavoratori e lavoratrici della Scuola al più presto, in quest’autunno, prima di Natale per far fronte ai rincari di bollette e del carrello della spesa +12, 5%, un record, non si assisteva a qualcosa del genere dal lontano 1983.
Sugli arretrati in questi giorni è girata una fake, non bisogna fare alcuna domanda, essi saranno corrisposti in automatico, ma potrebbero anche essere rateizzati, mi auguro di no.
Apprendiamo da fonti sindacali che sbloccati i fondi del MOF, il contratto si chiuderà con il nuovo Governo, credo che sarà uno dei primi provvedimenti.
Chiuso il contratto bisogna poi mobilitarsi subito per il nuovo, il contratto deve essere a scadenza e parametrato sull’inflazione reale.
Ricordiamo infine che la categoria esprime la sua forza contrattuale solo se riesce a mobilitarsi e come più volte detto da SBC questo più che un problema sindacale è un problema culturale, gli insegnanti devono dismettere la loro consolidata abitudine alla passività, all’indifferenza, allo scetticismo, alla lamentela e a non distinguere più la piazza reale da quella virtuale.
Libero Tassella SBC
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