A gennaio 2025, una volta approvato dal Parlamento entro il 31 dicembre il Decreto Legge sul bilancio dello Stato 2025, varato dal Consiglio dei Ministri la scorsa settimana, i docenti, che d’ufficio sono stati messi in pensione senza presentare la domanda a ottobre, potranno restare in servizio volontariamente sino a 70 anni con stipendio incrementato, cioè non avranno più da settembre 2025 le trattenute pensionistiche sullo stipendio.
Bisogna vedere se tale opportunità sarà estesa anche ai docenti che hanno presentato domanda avendone i requisiti.
Questo provvedimento potrebbe ridurre il turn over con ripercussioni sulla mobilità e poi sul reclutamento 2025/26
Crediamo che alcuni docenti e ATA utilizzeranno questa opportunità, specialmente se hanno figli grandi, una scuola vicino casa e, se docenti, ricoprono incarichi pagati di collaborazione e per questo non svolgono attività di insegnamento grazie alle risorse dell’organico funzionale che nelle scuole viene purtroppo usato prevalentemente per esonerare i collaboratori.
Non crediamo invece che tale scelta sarà fatta dai docenti che insegnano da 40 e più anni, anche perché questo lavoro logora anche se non viene riconosciuto come lavoro usurante e secondo le indagini del Dott. Lodolo D’Oria, negli ultimi anni sono in aumento tra i docenti italiani le malattie psichiche e oncologiche oltre alle tradizionali malattie a carico della gola e delle corde vocali
Parafrasando Pavese, insegnare stanca.
Libero Tassella SBC
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