SBC: la crisi di credibilità dei sindacati nasce nelle scuole dal sistema RSU

Quanto dirò in questo articolo mi attirerà gli strali di molti sindacalisti.

Il cedolino agosto 2023 conterrà bonus ed arretrati da 185 a 534 euro, la tabella

Ma come sapete io sempre ho rivendicato la libertà di critica anche quando ho fatto il sindacalista fino al 2008 prima di essere messo alla porta da un sindacato della Scuola.

Parliamo delle elezioni RSU, delle RSU e della presenza/ non presenza del Sindacato nelle scuole.

Le elezioni RSU ogni tre anni sono sempre più clientelari, un voto di scambio per un organismo in cui peraltro vige un palese conflitto di interessi mai risolto dai Sindacati e che con il tempo, invece di fare da contrappeso al potete del DS, la RSU è nata per questo, è ora partecipe di quello stesso potere, una mappa di potere come l’ho definita anni fa che si basa sulla fedeltà al DS per la distribuzione di incarichi e compensi extra su cui nel nuovo contratto 19/21 è stata sancita la privacy prevalente sulla trasparenza.

Il sistema delle RSU a nostro avviso va rivisto radicalmente dai sindacati a livello di Confederazioni e Federazioni anche tenendo conto della specificità dell’organizzazione del lavoro nella Scuola in particolare quello dei Docenti.

Le contrattazioni di istituto vanno a nostro avviso esternalizzate a livello di gruppo di scuole tra di loro omogenee con i DS delle scuole come controparte, i rappresentanti sindacali provinciali ( sindacalisti di professione) e i docenti e gli ATA eletti dalle assemblee dei lavoratori che portano al tavolo contrattuale le istanze dei lavoratori, mentre la rappresentanza nazionale dei sindacati deve essere misurata con elezioni a livello nazionale ovvero regionale o meglio provinciale.

A lungo andare queste elezioni stanno diventando un’arma di ricatto dei DS nei confronti degli stessi sindacati e dei loro rappresentanti territoriali.

Se mi dai fastidio nella difesa dei lavoratori, il prossimo triennio non ti faccio presentare la lista oppure se la riesci a presentare non te la faccio votare.
Metterò nella lista del sindacato concorrente il mio primo collaboratore che gestisce orario, permessi e sostituzioni che farà il pieno di voti.

Forse non sfugge che i DS mettono le persone a loro fedeli nelle varie liste e decidono chi debba o non debba essere votato nelle elezioni, esercitando un controllo serrato anche se ben dissimulato durante le elezioni. Molte liste sono ormai decise negli uffici dei DS che ne determinano poi gli esiti.

Passano gli anni e le RSU stanno sempre più con la dirigenza, ovviamente non mancano eccezioni, ma in questo caso la singola RSU è emarginata, mobbizzata e spesso abbandonata dal suo stesso sindacato a cui ha portato i voti. Non resta che dimettersi o trasferirsi se non si è vincolati nella mobilità.

Questo stato di cose a mio avviso ha determinato un fatto gravissimo, cioè la crisi del sindacato nelle scuole, alla sua irrilevanza politica, alla sua emarginazione e al discredito per la complicità con il DS.

Come abbiamo detto in un nostro articolo, i sindacati fanno il pieno di iscritti e il pienone di voti alle elezioni RSU ( vedi dato ARAN) ma sono screditati, la loro credibilità va a picco per questo sono sempre più deboli nei confronti della controparte: Governo, burocrazia ministeriale, USR, AT, DS.

Non c’è un lavoratore nella scuola che non se la prenda con il sindacato, a volte esagera, ma invece di fare autocritica, l’apparato sindacale risponde in modo stizzito, rivendica il numero degli iscritti e dei voti RSU, si descrive nel migliore dei modi possibili e si autoassolve sempre. Ma nell’autoassoluzione e nel modo in cui si difendono si può leggere tutta la loro debolezza.

Ai sindacalisti non mancano certo dialettica e capacità d’ argomentare, conoscenza di norme e contratti, citano commi e articoli, parole insomma, ma le chiacchiere non cambiano la situazione che i lavoratori e le lavoratrici vivono ogni giorno nelle scuole con l’assenza in esse del sindacato.

Libero Tassella SBC

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