Io credo che la norma punitiva di escludere nel pubblico impiego i sindacati rappresentativi non firmatari sia da rivedere, uniformandola al settore privato, anche perché i contratti non sono firmati a scadenza e si rischia di prolungare il tempo di esclusione per più di tre anni.
In pratica significa mettere i sindacati rappresentativi sotto ricatto da parte della controparte, “o firmi o sei escluso dalle contrattazioni successive a livello nazionale, regionale e di istituto”.
La Uil Scuola ha fatto una scelta politica sui contenuti della parte normativa del contratto , votata dagli organi statutari, mi piacerebbe che si ponesse il problema di costituzionalità di una norma che esclude in questo caso un sindacato che ha una rappresentatività del 17%.
Inoltre io non ammetto che un sindacato debba firmare solo per non essere escluso dai tavoli.
Sono in ogni caso convinto che il lavoro politico sindacale si possa fare anche fuori dei tavoli sindacali a iniziare dalle scuole.
Aggiungo che la Uil Scuola ha fatto una scelta consapevole delle conseguenze a cui andava incontro e sono prevalse le ragioni nel sindacato di D’Aprile di non firma del CCNL peraltro più volte espresse.
Tra l’altro il contratto è scaduto e la Uil Scuola sarà al tavolo per il prossimo contratto nazionale 22/24 in quanto sindacato rappresentativo.
Libero Tassella SBC
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