I Francesi hanno vinto contro il loro Presidente. Non ci sarà alcun aumento dell’età pensionabile che resterà ferma a 62 anni.
I Francesi poi ottengono l’aumento della pensione minima sociale a 1000 euro e nessun aumento delle accise sul carburante.
I Francesi scelgono la lotta e per questo vincono, gli Italiani scelgono la rassegnazione, l’ indifferenza e per questo perdono.
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Il medesimo discorso vale per la Scuola e gli insegnanti come da tempo andiamo inutilmente ripetendo, evidenziando l’inutilità di lamentarsi su Facebook o di promuovere petizioni on line del tutto inutili o catene di Sant’Antonio per recuperare ad esempio lo scatto del 2013.
Colleghi, nessuno vi regalerà niente, la lotta non può tradursi in una petizione, in una domanda da far protocollare o in un ricorso.
Lo dico da tempo ai docenti italiani, nulla vi è dovuto e nulla vi sarà dato se rinunciate ex ante a lottare, bisogna lottare non solo per conquistare un obiettivo in una vertenza ma oggi anche per salvaguardare un diritto conquistato.
La lotta non si delega a nessuno ed è inutile prendersela con i sindacati ex post o con il destino cinico e baro, trasferendo su altri colpe che sono solo vostre o meglio frutto della vostra atavica rassegnazione, del vostro individualismo, della vostra indifferenza.
Quanti insegnanti stanno firmando contro l’Autonomia differenziata del Ministro Calderoli che tra qualche anno farà sentire i suoi effetti sulle Scuole, sugli organici, sulla mobilità, sulle risorse, sui contratti , sulle stesse retribuzioni? Pochi, molto pochi!
I docenti dormono, in Francia contro un simile progetto i docenti sarebbero scesi in piazza in massa. Mediamente i colleghi francesi partecipano agli scioperi al 70%, in Italia si grida al miracolo se dopo uno sciopero proclamato da tutti i sindacati si arriva ad una minima percentuale a due cifre.
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Ormai i docenti italiani, non parliamo degli ATA che lottano ancor meno, hanno introiettato il concetto che la lotta è inutile, soprattutto i giovani insegnanti, questi sono i più refrattari, se si può parlare di giovani per quanto riguarda gli insegnanti, e i precari sono sempre assenti ad ogni forma di lotta, attivissimi e agguerriti sulle pagine Facebook, prontissimi a lamentarsi, a trovare colpevoli e a dar vita a centinaia di gruppi di interesse, ma incapaci di manifestare uniti in piazza o di scioperare. In questi casi accampano mille scuse una tra le tante che non possono permettersi una giornata di sciopero.
Quelle rare volte che si organizzano manifestazioni per gli insegnanti, per il precariato da parte dei sindacati, partecipano i quadri sindacali anche piuttosto attempati.
Questa linea è senz’altro perdente, colleghi, e i fatti stanno a dimostrarlo non certo le mie parole.
Bisogna invertire una tendenza che prima ancora che politica è culturale, una lezione ci viene dai Francesi , cerchiamo di fare come loro o vogliamo chiamarli a manifestare in piazza per noi?
Libero Tassella SBC
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