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SBC: fallite le call veloci, al Nord non vuole andarci più nessuno. Quali i problemi e quali le soluzioni?

La call veloce fallisce miseramente. I precari del Sud non vogliono più andare al Nord

Il fallimento della procedura straordinaria di immissione in ruolo 2023/24 sia relativa alla call veloce sia alla cosiddetta mini call veloce, quest’ultima su posti di sostegno, basta citare l’esempio della Lombardia ma non solo, impone una riflessione.

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Innanzi tutto da qualche anno dopo l’ultima grande emigrazione di insegnanti dal Sud al Nord, con la legge 107 nel 2015, il flusso di insegnanti disposti a trasferirsi dal Nord al Sud del Paese per stabilizzare il rapporto di lavoro si è bruscamente interrotto.

Varie sono le cause di quest’inversione tra domanda e offerta di insegnanti tra Nord e Sud del Paese.

Innanzitutto la prospettiva di restare vincolati nella mobilità dopo che sono stati introdotti vincoli per legge, i docenti immessi in ruolo non sono più disposti a lavorare per più anni a centinaia di chilometri dalla loro residenza anche perché si tratta per lo più di docenti donne con mariti, figli piccoli ma anche grandi e genitori anziani.

Poi la politica dei bassi salari, con 1200/1300 euro iniziali e con aumenti contrattuali economicamente ridicoli è difficile vivere anzi sopravvivere in città del Nord, a fine mese sottratti l’affitto, i pasti giornalieri, le utenze ( luce acqua gas e tassa rifiuti, abbonamenti mezzi pubblici ), i viaggi al Sud dei 1200/1300 euro non resta nulla. Molti insegnati mi hanno confessato che per mantenersi al Nord avevano messo mano ai loro risparmi e al colmo della disperazione avevano deciso di licenziarsi.

Noi crediamo che di questo passo e ancor prima del grande esodo di insegnanti che andranno in pensione nei prossimi anni avremo seri problemi per coprire al Nord i posti di insegnamento con docenti di ruolo e non passerà molto tempo che gli stessi problemi si avranno ovunque anche al Sud e nelle Isole.

Del resto questo lavoro ha perso tutto il suo appeal otto/ novecentesco , chi volete che oggi voglia fare l’insegnante, un lavoro difficile, sottopagato, socialmente non riconosciuto, pericoloso, burocratizzato e sempre più spesso sottoposto a DS autoritari?

È un problema che il Governo si dovrebbe porre anche in prospettiva dei nuovi concorsi e già a partire dal prossimo concorso straordinario ter che prevede 30.000 posti, ma la maggior parte di questi posti sono al Nord e poiché non si possono spostare i posti dal Nord al Sud né obbligare i docenti a trasferirsi al Nord, allora bisogna correre subito ai ripari.

SBC come sempre non solo si propone di analizzare i fatti ma anche di fare delle proposte concrete su un problema che in questo momento a quanto pare si preferisce ignorare.

La prima soluzione appare evidente, rinegoziare con Bruxelles i vincoli nella mobilità e abolirli tout court per legge, facendo rientrare la materia come è giusto che sia nella contrattazione collettiva integrativa, essendo per legge la materia della mobilità contrattualizzata.

La seconda soluzione sta negli incentivi e questi devono essere trovati dal Governo e concordati dai Sindacati non siamo certo noi di SBC a poter trovare una soluzione.

La materia è molto complessa anche perché dietro l’angolo compaiono le gabbie salariali e l’autonomia differenziata a cui siamo contrari.

Ma a nostro avviso sgravi fiscali e potenziamento della progressione economica di carriera possono essere due percorsi su cui lavorare.

Libero Tassella SBC

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