Il Ministro ha dichiarato su Il Foglio: “Penso sia cambiato qualcosa in profondità: lo sciopero come strumento di lotta politica non tira più. Non funziona più. Si è chiusa, o si sta chiudendo, un’epoca. È ora di avviare una stagione di confronto costruttivo, nella logica di quella grande alleanza fra docenti, studenti, famiglie, istituzioni, parti sociali che ho da subito auspicato. credo sia finita quell’idea antica, forse sessantottina, della scuola come luogo di militanza politica”.
La dichiarazione non sorprende. Storicamente la destra non ha mai visto di buon occhio lo sciopero: figlio dei movimenti socialisti e poi comunisti. Ovviamente G. Valditara si tiene lontano dall’idea di abolirlo, Andrebbe contro la Costituzione (art.40) Semplicemente ne dichiara la sua inutilità.
Dove sono tutti?
“Dove sono tutti?” Nota domanda che rimanda al paradosso di E. Fermi sull’esistenza della vita extraterrestre, può benissimo essere applicata ai docenti. Se si eccettua qualche post isolato, il quesito è legittimo. All’appello mancano diverse centinaia di migliaia di docenti
Quest’assenza preoccupa e sponsorizza la politica governativa (“Il silenzio è assenso”). Nessuna reazione alla dichiarazione di Valditara, adesione scarsissima sugli scioperi e inquietante partecipazione (nessun costo economico) alle petizioni popolari per abolire le classi pollaio. Poche reazioni al dimensionamento e al mancato stanziamento di risorse per l’adeguamento del contratto 2022-24.
Dove sono tutti?
Da queste premesse sta emergendo un profilo professionale di difficile interpretazione. Come ha scritto S. Salerno, poco preparato sulle normative e giuridiche. La prospettiva inquieta e rischia all’affermazione di un profilo poco professionale (= compenso inadeguato) che alla lunga non farà bene alla scuola.
SBC Gianfranco Scialpi