Nei casi di aggressione la scuola cerca di isolare il docente aggredito. E questo ha determinato nel tempo l’escalation dei fenomeni di aggressione di studenti e genitori nei confronti dei docenti, lasciati sempre più soli, anzi isolati se non colpevolizzati, mentre l’aggressore è sicuro che la passerà liscia.
Il racconto dell’insegnante di Rovigo è paradigmatico.
A mio avviso la DS dovrebbe essere sanzionata per il suo comportamento omissivo, avrebbe dovuto denunciare subito l’accaduto, soccorrere la docente, avviando subito la procedura disciplinare, l’unica cosa che ha fatto è stata quella di invitare l’insegnante a lasciare la scuola ed andare a casa.
Il tutto è venuto fuori per la diffusione del video. Altrimenti nessuno avrebbe saputo nulla, i panni sporchi si lavano in casa e in questi casi gira e rigira la colpa sarebbe stata dell’insegnante, poco empatica come ha detto la Littizzetto.
La scuola ha avuto, anche per il comportamento del collaboratore vicario, che non vuole dare il filmato temendo una denuncia, un atteggiamento vergognoso, inoltre una docente ferita, spaventata, disorientata, come in questo caso, va sempre soccorsa, aiutata e accompagnata in ospedale.
Mi domando cosa poi abbiano fatto gli altri docenti.
In altri settori avrebbero indetto manifestazioni di solidarietà. Nella scuola invece ognuno pensa a sé stesso. Fin quanto il problema non investe il singolo, neppure esiste.
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Questa è la scuola-azienda dove si tutela in tutti i modi l’utenza e non i lavoratori e dove il fine educativo si è completamente perso di vista. I colleghi che tacciono a fronte di episodi di violenza poi sono la ciliegina sulla torta!
Libero Tassella SBC
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