Da mesi afferma che i vincoli nella mobilità dei docenti sono un’anomalia di sistema difficilmente giustificabile a priori con la continuità didattica che nella scuola di fatto è inesistente.
Una rigidità centralistica, napoleonica quella dei vincoli che altera gli equilibri nella gestione territoriale della mobilità del personale docente.
Un problema che per noi di SBC trova la sua soluzione in un unico modo.
Bisogna mettere fine ad una lunga stagione iniziata nella diciassettesima e continuata nella diciottesima legislatura che ha visto l’azione del Governo e del Parlamento tesa ad espropriare il tavolo della contrattazione di materie ad esso pertinenti, emarginando le parti sociali.
Ora questa tendenza va invertita e le materie sottratte vanno recuperate.
Bisogna con un emendamento demolire il comma 17 novies dell’art 1 del DLvo 126 convertito con modificazioni nella legge 159/2019.
Come più volte detto da SBC tutta la materia dei vincoli va riportata nell’alveo della contrattazione Nazionale Integrativa 22/25.
Solo lì questa materia, ora legificata dalla citata 159 e dalla più recente 106/2021, potrà trovare il giusto equilibrio contemperando interessi diversi, quelli dei docenti, quelli delle loro famiglie e quelli degli studenti.
Avere docenti motivati e non spossati, stanchi, sull’orlo di una crisi di nervi, impoveriti e frustrati per un pendolarismo quotidiano, assurdo ed estenuante non è nell’interesse di nessuno.
Solo una legge ispirata dai burocrati del Ministero poteva generare scenari incredibili quanto dolorosi ed umilianti per le lavoratrici e i lavoratori della scuola.
“Una cosa non è giusta perché è legge, ma deve essere legge perché è giusta” , diceva Montesquieu nello Spirito delle Leggi.
Ora la 159 è la 126 che impongono vincoli, dolore, sofferenza, demotivazione, stanchezza, povertà sono ingiuste, compito del Legislatore modificarle
Libero Tassella SBC
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