Le tre proposte di Scuola Bene Comune.
La risposta alla giornalista Maria Latella della Ministra pentastellata On Lucia Azzolina, é comica in sé, se non fosse l’indicazione di un indirizzo politico ben preciso che vorrebbe assumere il prossimo anno scolastico il M I a partire dal prossimo settembre con l’apertura delle scuole per l’anno scolastico 2020/21.
Una sorta di scuola con una didattica mista, in presenza a scuols con un gruppo di alunni e in contemporanea però a distanza cioè a casa con un altro gruppo di alunni, gruppi che poi si alternerebbero in classe nel corso della settimana strutturata dal Lunedì al Venerdì o dal Lunedì al Sabato.
In pratica l’insegnante dovrà gestire contemporaneamente due tipologie di didattica, una in presenza , una DiP e una a distanza, una D.a.D. Un lavoro massacrante quanto impossibile.
In pratica una sorta di talkshow, con pubblico presente in studio, e pubblico a casa collegato, l’insegnante conduttore/conduttrice, il tecnico di laboratorio come cameramen due ad aula per le varie riprese e il DS come regista che si potrà avvalere del suo staff come aiuti registi.
Insomma ci vorrebbero imporre lezioni e videolezioni in contemporanea dalle aule, una DiP e un DaD al solo scopo di risparmiare, e sovraccaricare ancors il lavoro in classe del docente che non sappiamo fin quando potrà reggere ad una simile pratica prima di crollare in una crisi di nervi in diretta per la regia di Aldomovar cui assisteranno ,a distanza, in DaD mamme, zie, nonne, nonni, fratelli, sorelle, cani e gatti.
Facciano notare che il telelavoro non é contemplato nel nostro contratto di lavoro e ancora la sua pratica, presa da altri ambiti di lavoro, può sostituire la didattica in presenza solo eccezionalmente e con tutti i limiti che ha evidenziato solo se c’è bisogno di sospendere per lungo tempo l’attività didattica, senza imposizioni dirigenziali ma con un’auto-organizzazione collegiale.
E allora si dirà qual é la vostra proposta? Già immagino le obiezioni, voi sapete solo criticare!!
Il gruppo Scuola Bene Comune si è sempre contraddistinto per una critica propositiva e lo ha scritto nel suo regolamento fin dai suoi esordi.
Innanzitutto non sono sufficienti investimenti di qualche decina di milioni ma ci vogliono investimenti di qualche decina di miliardi. Insomma si tratta non di briciole ma di sostanziose fette di pane.
Bisogna assicurare per tutti la didattica in presenza, perché, usando una vecchia formula della Patristica, la difattica in sé é in presenza e non può essere a distanza l’apprendimento é significativo allorché utilizza la comunicazione interpersonale, on presenza, in prossimità esistenziale.
Nessuna forma di didattica mista quindi.
Premesso che elaboreremo proposte organiche, leninianamente cosa fare?
La Fase 2 é iniziata e la gestirà il Ministro pro tempore e una commissione di esperti tra cui un solo insegnante e nessun esperto per quanto riguarda i disabili, mentre si parla di sculla inclusiva. Sono stati proprio i disabili che più hanno sofferto con la DaD, una didattica classista e non inclusiva.
Proviamo a sintetizzare le nostre tre proposte.
1) Iniziare anno scolastico ad ottobre con un organico docente e ATA già completo e usare settembre per eventuali recuperi e riunioni sempre in remoto.
2) Assumere un numero di insegnati e di personale ATA, in particolare collaboratori scolastici, previa autorizzazione del Mef al fine di ridurre il numero degli alunni nelle classi.
Quindi assicurare a tutti gli alunni una didattica in presenza e in assoluta sicurezza.
3) Lanciare un piano di edilizia scolastica che razionalizzi gli spazi negli edifici scolastici per accogliere gli alunni e realizzare in prefabbricato aule per accogliere gli alunni in sicurezza. Insomma sì a bande larghe, ma anche organizzare una didattica rigorosamente in presenza, con un numero di alunni limitato e aule adeguatamente ampie per garantire una scuola sicura, inclusiva e di qualità.
Libero Tassella S.B.C.