A queste condizioni, a nostro avviso, non ci sono neppure le condizioni minime per i Sindacati rappresentativi per iniziare le trattative contrattuali 2019/21.
Quello che si profila sarebbe la copia conforme del contratto del Governo Gentiloni , relativo al triennio precedente 2016/18, definito allora dai Sindacati , per far digerire l’amaro boccone, solo un acconto per un contratto di svolta che si sarebbe ottenuto il successivo triennio.
Ora la situazione invece si ripresenta uguale a se stessa, senza soluzione di continuità con gli aumenti contrattuali precedenti e sempre con la scusa ad ogni contratto che la coperta sia troppo corta.
S.B.C. ha presentato due settimane fa un articolato documento, l’unico al momento, per un aumento di 200 euro netti mensili nel triennio 2019/21 e ha indicato altresì dove poter reperire le risorse economiche per un contratto che noi chiediamo che sia di risarcimento, dopo un fermo contrattuale decennale e dopo il blocco dello scatto nel 2013.
Dall’esecutivo giallo rosso noi non aspettiamo né proclami né minacce di dimissioni del Ministro pro tempore, aspettiamo fatti concreti e tangibili. Si dica all’ Europa, che valorizza economicamente e quindi culturalmente i suoi insegnanti di sforare il parametro del deficit per iniziare ad allineare i nostri stipendi con quelli degli altri Paesi europei.
Se il Ministro non riesce ad ottenere almeno questo, a investire sugli stipendi degli insegnanti, allora faccia come il Prof. Tullio De Mauro, non minacci le dimissioni le dia veramente nel mese di dicembre.
Libero Tassella. S.B.C.