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Risposta al Comunicato del CDSS pubblicato il 20 marzo: il Gruppo Uniti per INDIRE chiede la parola!

Riceviamo e pubblichiamo

Desideriamo rispondere al comunicato del CDSS pubblicato il 20 marzo, evidenziando le questioni sollevate:

1. CFU dei corsi Indire: È importante chiarire che i corsi Indire per il sostegno non sono di 30 CFU. La normativa dell’art. 6 del DL 71/2024 ha già specificato chiaramente che sarebbero stati “almeno 30 CFU“, il che implica che i corsi potrebbero prevedere un numero maggiore di crediti formativi. Questa distinzione è fondamentale per evitare fraintendimenti e per rappresentare correttamente l’offerta formativa.
Aggiungiamo anche che ormai è noto e chiarito che i CFU saranno:
36 per i docenti con titolo estero ed almeno un anno di servizio a scuola;
48 per i docenti con titolo estero senza servizio a scuola;
40 per i docenti che hanno almeno tre anni di servizio a scuola.

2. Critiche ai corsi: È inaccettabile continuare a descrivere i corsi Indire come “semplificati e poco rigorosi”. Questa affermazione non solo distorce la realtà, ma non tiene conto del fatto che i corsi sono progettati per rispondere a specifiche esigenze formative e professionali. La qualità della formazione non può essere giudicata solo sulla base del numero di CFU, ma deve considerare anche la rilevanza e l’efficacia dei contenuti e delle metodologie didattiche adottate.

3. Disparità di trattamento: Le critiche riguardanti la disparità di trattamento tra i corsi TFA ei nuovi percorsi formativi devono essere contestualizzate. Siamo costretti a ribadire ancora una volta (repetita iuvant) che i corsi INDIRE sono stati introdotti per rispondere a una specifica esigenza di formazione per docenti con esperienza che hanno anni di servizio alle spalle. Questi corsi sono anche pensati per i docenti con il titolo europeo eventualmente per integrare conoscenze in virtù della specifica struttura dei corsi italiani. É naturale che non possono essere identici nel numero di CFU rispetto al TFA ordinario da 60 CFU in quanto appositamente “cuciti” addosso a chi ha già competenze, conoscenze ed abilità!

4.Qualità dell’inclusione scolastica: È essenziale riconoscere che la qualità dell’inclusione scolastica non dipende esclusivamente dal numero di CFU o dalla durata dei corsi, ma anche dalla preparazione, dalla motivazione e dalla capacità che hanno i docenti di applicare le conoscenze che altrimenti restano solo teoria. I nuovi percorsi formativi possono contribuire a migliorare la qualità dell’insegnamento, ed è ovvio che i Ministri sapranno bene come strutturarli per raggiungere gli obiettivi prefissati!

5. Richiesta di salvaguardia del TFA: La richiesta di salvaguardare il percorso sostegno TFA è legittima, infatti non è intenzione di nessuno e uomini che meno del Governo delegittimarli, ma è altrettanto importante considerare che l’evoluzione dei percorsi formativi deve rispondere alle esigenze attuali del sistema scolastico. La diversificazione dell’offerta formativa può rappresentare un valore aggiunto, non una disparità!

6. Possibilità di impugnazione: La minaccia di un’azione legale in caso di emanazione dei Decreti Ministeriali dimostra ancora una volta una mancanza di volontà di dare possibilità a tutte le parti coinvolte di impegnarsi a trovare soluzioni collaborative piuttosto che ricorrere a conflitti legali. Il dialogo e la cooperazione sono essenziali per garantire un sistema educativo inclusivo e di qualità.

In conclusione, è fondamentale mantenere un approccio costruttivo e aperto al dialogo, evitando di distorcere la realtà e di conflitti alimentari. La formazione dei docenti di sostegno deve essere un tema di collaborazione e di crescita per tutti gli attori coinvolti.
Siamo docenti, non combattenti su un ring!

Confermo ancora una volta la nostra volontà di partecipazione al dialogo.

Daniela Nicolò

Comunità Uniti per INDIRE

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