Il rinnovo del contratto del personale della scuola sta indignando i diretti interessati: le cifre messe sul tavolo dal governo sono esigue. Cosa ben diversa con le risorse messe a disposizione per il rinnovo del contratto dei dirigenti scolastici. I DS avranno in busta paga circa 400 Euro, contro le 30 (medie) dei docenti e del personale ATA. Ad opporsi e a dichiarare lo sciopero generale sono ancora una volta i sindacati di Base: COBAS ed Unicobas che definiscono la scuola di Renzi “una scuola padronale” e le risorse messe a disposizione per il personale ATA e docente non idonee a recuperare la perdita del potere di acquisto dei loro stipendi, mentre le somme destinate ai dirigenti evidenziano l’idea di scuola che il governo ha: appunto una scuola padronale.
Il rinnovo del contratto della discordia e la parte normativa
Il paradosso è che gli stessi sindacati confederali, firmatari dell’accordo del 30 novembre attraverso il quale si impegnavano ad accettare un aumento di 80 Euro lorde, oggi si dicono insiddisfatti. Oltre al rinnovo della parte economica (degli aumenti stipendiali n.d.r.) vi è da definire la parte normativa. La parte più importante a dire il vero è stata stabilita dalla riforma Madia, ma resta ancora da definire tutto ciò che concerne le assenze, la disciplina sostanziale delle sanzioni disciplinari e la prestazione lavorativa di docenti ed ATA. Va evidenziato che nell’atto di indirizzo del governo non vi è traccia dell’obbligo di formazione, ciò significa che l’Aran non contratterà questo aspetto, forse si da per scontato dell’obbligo o forse non vi sono le risorse necessarie per sostenere tale operazione? Lo scopriremo già da domani quando i sindacati siederanno al tavolo delle trattative.