Il panorama della contrattazione collettiva nazionale del pubblico impiego si arricchisce di nuovi dettagli, con l’Aran che annuncia importanti incrementi retributivi per i prossimi anni. Secondo il presidente Antonio Naddeo, il Governo ha pianificato risorse per oltre 21 miliardi di euro complessivi tra il 2025 e il 2030, garantendo aumenti medi significativi per diverse categorie.
Nel comparto Istruzione, gli stanziamenti previsti consentiranno un incremento medio di 400 euro mensili pro-capite entro il 2027, distribuiti su tre tornate contrattuali. Tuttavia, il settore rimane tra i meno valorizzati rispetto a Sanità e Funzioni Centrali, che vedranno aumenti rispettivamente di 530 e 562 euro.
La situazione si complica sul fronte sindacale: Cgil e Uil hanno rifiutato di firmare il contratto della Sanità, giudicandolo inadeguato rispetto alle esigenze dei lavoratori. Questo precedente solleva preoccupazioni anche per il comparto Scuola, dove le trattative si preannunciano complesse.
Con un quadro economico chiaro ma tensioni ancora alte, il futuro dei contratti pubblici resta incerto, lasciando aperto il dibattito sulle priorità del settore pubblico.
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