Il governo sta lavorando sotto traccia alla riforma delle pensioni 2023, seguendo un solo obiettivo, la gradualità, ma il nodo da sciogliere resta lo stesso, le risorse.
Dopo l’introduzione della misura ponte di Quota 103 (41 anni di contributi e 62 anni di età) per il 2023, decisa dal governo con la Legge di Bilancio per evitare il ritorno secco alla Legge Fornero, non ci sarà un’immediata transizione a Quota 41 per tutti dal 2024. Il problema rimane quello delle coperture finanziarie, come per molti altri provvedimenti, come ad esempio l’assegno unico.
Riforma delle pensioni 2023, cosa ha in mente il governo?
Anche noi abbiamo provato ad indagare e da quel che abbiamo appreso il passaggio a Quota 41 sarà graduale e ci sono diverse opzioni sul tavolo tra il Ministero del Lavoro, il Ministero dell’Economia e Palazzo Chigi. Potrebbe esserci un’estensione di Quota 103 per un altro anno, oppure, se ci fossero le risorse necessarie, un passaggio a Quota 102 (ovvero 41 anni di contributi e 61 anni di età). In alternativa, il governo potrebbe considerare l’opzione di passare direttamente a Quota 41 solo per alcune categorie di lavori particolarmente usuranti, lasciando Quota 103 anche per il prossimo anno.
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Tuttavia, salvo imprevisti, il passaggio a Quota 41 per tutti, che era stata la promessa della Lega nella campagna elettorale per le Politiche 2022, non avverrà prima del 2025 o 2026. In ogni caso, l’arco temporale per la riforma è “entro la fine della legislatura”, anche perché l’Unione europea non approva riforme troppo morbide e punta sull’allungamento dell’età lavorativa.
Riforma delle pensioni, il problema sono le risorse
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il responsabile dell’Economia Giancarlo Giorgetti non intendono aprire un nuovo fronte di scontro con l’Unione europea in questa fase in cui ci sono diversi dossier aperti su vari temi come la migrazione, il Pnrr, i fondi comunitari, la questione balneare, la riforma del Patto di Stabilità, il rialzo dei tassi di interesse da parte della Bce e le tensioni con la Francia Macron.
Prima di affrontare ulteriormente la riforma delle pensioni, il governo dovrà risolvere il problema di Opzione Donna, e fonti governative assicurano che verrà fatto nel più breve tempo possibile. La riforma delle pensioni verrà realizzata attraverso una lunga contrattazione con le parti sociali, ascoltando sia i sindacati sia Confindustria e le altre categorie. Potrebbero esserci trattamenti differenti a seconda delle tipologie di lavoro, ad esempio per il turismo, l’agricoltura, il commercio, la scuola e la sanità. Il governo non prevede una riforma uniforme per tutti.
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