Ricercatori e studenti messi ancora alla prova: il Governo non aumenta i fondi per l’Università

Nonostante le promesse e le richieste dell’Unione Europea, il Governo italiano sembra continuare a mortificare il mondo accademico, rifiutandosi di aumentare in maniera significativa i fondi destinati all’Università.

Nella giornata di ieri sono stati respinti tutti gli emendamenti presentati dal Movimento 5 Stelle in Commissione Cultura, che avevano come obiettivo principale quello di migliorare le condizioni lavorative dei ricercatori e agevolare il diritto allo studio degli studenti.

In particolare, si chiedeva di incrementare in modo consistente il Fondo di Finanziamento Ordinario delle Università e degli Enti Pubblici di Ricerca, in modo da permettere una maggiore stabilizzazione dei contratti di ricerca – più tutelanti e dignitosi rispetto agli assegni – e di stanziare 5 milioni di euro per le assunzioni stabili al CNR.

Bocciate anche le proposte di aumentare i fondi per gli affitti degli studenti fuorisede e le borse di studio, indispensabili per garantire a tutti il diritto allo studio.

Inoltre, nonostante gli inviti europei a coinvolgere maggiormente le parti sociali, il Governo sembra ignorare la necessità di un confronto costruttivo con i sindacati per la realizzazione delle residenze universitarie, finanziate anche con i fondi del PNRR.

Questa mancanza di apertura e dialogo rischia di limitare fortemente le potenzialità del nostro sistema accademico, mortificando ulteriormente anni di sacrifici di ricercatori e studenti. Per il rilancio dell’Università italiana servono scelte coraggiose e investimenti concreti, non solo promesse disattese.

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