Remunerazione del lavoro aggiuntivo dei docenti: una mortificazione, non ne vale la pena

Gentili colleghi,

vi scrivo per esprimere il mio disappunto in merito alla remunerazione del lavoro aggiuntivo svolto dagli insegnanti.

È chiaro a tutti come il carico di lavoro degli insegnanti non si esaurisca al termine delle lezioni, ma comprenda molte altre attività aggiuntive necessarie per il corretto svolgimento delle funzioni scolastiche. Pensiamo solo ai compiti di segreteria, di programmazione, di organizzazione di attività extrascolastiche.

Il problema è che tale lavoro supplementare viene spesso retribuito in modo inadeguato, con cifre che non rispecchiano affatto l’impegno richiesto. Ne consegue che coloro che accettano questi incarichi aggiuntivi faticano a vedersi riconosciuti sforzi ed energie profuse.

Ciò porta inevitabilmente a una situazione frustrante, in cui il duro lavoro non viene equamente retribuito. Non credo che la soluzione stia nel smettere di assumersi responsabilità, perché questo andrebbe a danno della qualità dell’insegnamento.

Ritengo invece che un incremento delle indennità potrebbe rappresentare un giusto riconoscimento del lavoro di noi insegnanti. Solo garantendo compensi equi e proporzionati agli sforzi richiesti sarà possibile continuare a incentivare la passione e l’impegno di chi opera nella scuola.

Spero che queste riflessioni possano essere di stimolo per un dibattito costruttivo sul tema.

Distinti saluti,
Maria Rosa

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