Un recente episodio avvenuto in una scuola della provincia di Roma ha riacceso il dibattito sul corretto utilizzo di dispositivi mobili all’interno degli istituti scolastici e sulla necessità di tutelare la privacy di studenti e insegnanti. La studentessa protagonista dell’accaduto ha registrato alcune scene a scuola per poi pubblicarle su TikTok, scatenando le reazioni del consiglio di classe e generando una situazione tesa.
La Corte di Cassazione con l’ordinanza 14270/2022 ha chiarito in modo inequivocabile che effettuare registrazioni audiovisive a scuola senza il consenso esplicito dei soggetti coinvolti rappresenta una violazione della privacy, in quanto anche la voce costituisce un dato personale che può portare all’identificazione. Questa pronuncia conferma la legittimità del divieto di utilizzare dispositivi di registrazione imposto dai dirigenti scolastici al fine di tutelare gli studenti.
Le nuove regole introdotte dal MIUR prevedono misure disciplinari più rigorose per chi trasgredisce il divieto, che vanno dall’ammonizione all’espulsione. Se i video vengono inoltre diffusi online, oltre alle sanzioni scolastiche si possono configurare reati penali come la violazione della privacy. Rimangono consentite le riprese per uso personale e didattico, ma sempre previa autorizzazione e senza diffusione pubblica.
I dirigenti hanno il compito di applicare con rigore le normative per proteggere efficacemente il diritto alla riservatezza a scuola. È fondamentale sensibilizzare studenti e famiglie sull’importanza del rispetto delle regole atte a salvaguardare la privacy di tutti all’interno degli istituti, in un’ottica di crescita responsabile delle nuove generazioni.
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