Redditometro 2024, il grande fratello che scruterà i conti degli italiani? Il decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ripristina lo strumento che consente all’Agenzia delle Entrate di confrontare gli stili di vita con i redditi indicati nelle dichiarazioni. Introdotto per la prima volta nel 1993 e abrogato nel 2018, il “redditometro” torna in una versione aggiornata che tiene conto di ulteriori variabili.
Il provvedimento firmato dal vice ministro dell’Economia Leo fa leva sui principi di trasparenza e lotta all’evasione fiscale. L’intento è ricostruire il reddito presunto dei contribuenti basandosi non solo sui dati autocertificati, ma anche sulle spese effettivamente sostenute per vita quotidiana, beni e servizi.
Come funziona il nuovo redditometro
La sua applicazione si è evoluta distingendo 11 tipologie di nuclei familiari e 5 aree del Paese. Tra le variabili considerate rientrano il costo della vita, variabile a seconda della zona di residenza, e il numero di persone facenti parte del nucleo familiare del contribuente. Vengono inoltre presi in esame non solo i redditi correnti ma anche i risparmi accumulati nel tempo.
I dati di riferimento utilizzati provengono dall’indagine Istat sulle spese annuali delle famiglie. Il confronto riguarda gli acquisti effettuati dal contribuente e dai familiari a suo carico, escludendo le spese legate a attività professionali o di impresa. È comunque prevista la possibilità di dimostrare fonti di reddito e finanziamento diverse.
In sintesi, il ripristino del redditometro si propone di rafforzare i controlli fiscali attraverso parametri più aggiornati e contestualizzati, nel rispetto del diritto di replica dei contribuenti.
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