Pochissimi presidi si servono di un sistema di software gestionali per l’invio di documenti e circolari, ma ben i due terzi di loro vedono nella dematerializzazione una concreta possibilità per risparmiare molto o abbastanza in materiali di cancelleria. So no due dei dati presentati nei giorni scorsi a Bologna da Kion, la società del CINECA specializzata in tecnologia della didattica, in un’indagine sulla dematerializzazione nel mondo della scuola e condotta dall’OKSI (Osservatorio Kion scuola educazione). Obiettivo: monitorare e analizzare gli ambiti di adozione delle tecnologie nel mondo dell’istruzione. Ambito, questo, su cui la ministra Carrozza è decisa a spingere l’acceleratore, almeno stando alla direttiva per il 2014 sulle priorità dell’azione amministrativa. L’indagine, condotta su un campione di 200 dirigenti scolastici, fa seguito ad un lavoro analogo svolto dall’estate scorsa: cresce il livello di consapevolezza dei dirigenti rispetto ai benefici dell’innovazione: il 98% dei presidi si dichiara favorevole al processo di progressiva dematerializzazione degli archivi cartacei. Per il 36% dei capi d’istituto il maggior beneficio della scomparsa della carta è il risparmio, sia finanziario che di spazio, seguito dalla possibilità di rapido accesso alle informazioni (22%), dall’alleggerimento dell’aggravio burocratico sulle segreterie (13%) e dalla prevenzione dello smarrimento e del degrado dei documenti (12%). Altra novità è il crescente affermarsi del registro elettronico. Se nell’indagine OKSI della scorsa estate ben il 55% dei presidi si dichiarava in alto mare nell’adozione del registro elettronico, oggi il 58% di loro ha adottato definitivamente lo strumento, considerato dal 41% dei dirigenti l’ambito prioritario della dematerializzazione, probabilmente in conseguenza dell’obbligo dettato dalla legge sulla spending review. Ma dall’indagine emergono anche dati assai poco incoraggianti: in particolare solo il 2% dei presidi dichiara di usare una soluzione di gestione documentale.
Giorgio Candeloro