Negli ultimi giorni, ha destato non poche polemiche l’iniziativa “1, 2, 3… Respira,” progetto presentato a Montecitorio dal deputato di Fratelli d’Italia Massimo Milano, in collaborazione con l’azienda Liquigas. Promossa come attività didattica rivolta agli studenti, l’iniziativa si pone come obiettivo quello di sensibilizzare i giovani su temi ambientali e sulla qualità dell’aria, ma ha sollevato critiche pesanti, soprattutto da parte della deputata di Alleanza Verdi e Sinistra, Elisabetta Piccolotti, che la considera un’invasione pericolosa del settore privato nel mondo scolastico.
Piccolotti sostiene che questo progetto rappresenta “una chiara operazione di lobbying”, accusando Liquigas di voler diffondere informazioni parziali e ingannevoli ai giovani, e di utilizzare le scuole come canale di promozione mascherata. Secondo il parlamentare, le attività aziendali non dovrebbero avere spazio negli istituti scolastici, che invece dovrebbero rimanere ambienti neutri, orientati esclusivamente alla formazione e alla crescita culturale degli studenti.
“La scuola non è una fiera dove le aziende possono fare pubblicità e diffondere informazioni discutibili,” ha dichiarato Piccolotti, esprimendo preoccupazione per il coinvolgimento di politici che, secondo lei, appoggiano queste iniziative solo per fini commerciali, dimenticando l’obiettivo formativo della scuola . Ha inoltre sottolineato come siano state esclusi temi cruciali come il surriscaldamento globale, ponendo invece l’accento su argomenti che avrebbero l’obiettivo di giustificare il consumo di gas liquido, trascurando l’impatto ambientale.
Questa vicenda, conclude Piccolotti, dovrebbe essere un segnale d’allarme per il Parlamento, sollecitando una riflessione sulle norme di sponsorizzazione nelle scuole per evitare che diventino canali di autopromozione da parte di aziende a scopo di lucro. “Assurdo che ci sia un deputato, in questo caso di Fratelli d’Italia, a benedire queste attività promozionali in aula. Serve un cambiamento normativo affinché la scuola resti uno spazio di apprendimento libero e neutrale,” ha concluso Piccolotti, esprimendo la sua preoccupazione per il futuro della formazione in Italia.
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