Cuzzupi: “La violenza è inaccettabile: difendiamo la democrazia e la scuola italiana”
Nella giornata di ieri, una serie di manifestazioni di piazza hanno sconvolto Milano e Torino, portando alla ribalta episodi di grave intolleranza politica e violenza. Tra i simboli più eclatanti, una fotografia della Premier Giorgia Meloni imbrattata di rosso, a simboleggiare il sangue, esposta durante un corteo a Milano. A Torino, invece, si è assistito a un gesto ancora più incendiario: l’effige del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è stata bruciata tra insulti e slogan carichi di aggressività.
Ornella Cuzzupi, Segretario Nazionale della UGL Scuola, ha espresso con fermezza il suo sdegno, definendo queste manifestazioni un pericoloso ritorno alle dinamiche violente che l’Italia ha già vissuto in passato. “Tacere di fronte a simili atti significa legittimarli”, ha dichiarato Cuzzupi, sottolineando come la violenza rappresenta una vera e propria minaccia alla democrazia.
Secondo il Segretario, questi gesti non sono semplicemente manifestazioni di dissenso politico, ma veri e propri tentativi di imporre un’ideologia attraverso la paura e la forza. “Chi non si oppone rischia di diventare complice di chi vuole riportare il nostro Paese agli anni di piombo”, ha aggiunto.
L’UGL Scuola ha ribadito la totale solidarietà al Ministro Valditara ea tutti coloro che, direttamente o impartiti, sono stati vittime di queste azioni vergognose. “Il Ministro Valditara – con il quale ci confrontiamo anche su posizioni divergenti – ha sempre messo al centro la scuola come istituzione fondamentale per il Paese. Forse è proprio questa la sua attenzione il motivo scatenante di attacchi così feroci,” ha concluso Cuzzupi.
La violenza e l’intolleranza, avverte UGL, non devono trovare spazio in un contesto democratico. È fondamentale che tutte le forze politiche, indipendentemente dall’orientamento, condannino fermamente questi episodi, riaffermando l’importanza del dialogo civile e rispettoso.
Un appello all’unità contro ogni forma di violenza.
Questi episodi devono essere un campanello d’allarme: l’Italia non può permettersi di tornare indietro. È necessario un impegno collettivo per tutelare la democrazia, respingendo ogni forma di intimidazione e odio.
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