ROMA – 12 aprile 2025. “La vera malattia che affligge l’università e la ricerca in Italia ha un nome ben preciso: precarietà”. Così Elisabetta Piccolotti, parlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, ha aperto i lavori del convegno nazionale “La Grande Espulsione”, organizzato per discutere il futuro della ricerca pubblica italiana.
In un’aula gremita, con la presenza d’eccezione del premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi, Piccolotti ha lanciato un messaggio chiaro e diretto al governo guidato da Giorgia Meloni: “Non resteremo a guardare mentre si producono danni irreversibili al sistema di istruzione superiore e alla libertà del sapere.”
Secondo la deputata rossoverde, la situazione è allarmante: oltre il 50% dei ricercatori italiani vive in una condizione di precarietà cronica, con contratti a termine che impediscono loro di costruire un futuro stabile. “Parliamo di professionisti di 30, 40 e anche 50 anni – ha sottolineato – che, pur contribuendo al progresso scientifico del Paese, sono esclusi da percorsi di carriera certi”.
Piccolotti ha inoltre ricordato un piccolo passo avanti ottenuto nella legge di bilancio dello scorso dicembre, grazie a una proposta di Avs sostenuta anche da PD e M5S: lo stanziamento di 10 milioni di euro per la stabilizzazione di circa 200 ricercatori precari del CNR. “Una goccia nel mare – ha ammesso – che però dimostra che si può e si deve fare di più.”
Nel suo intervento, Piccolotti ha anche ringraziato il professor Parisi, definendolo “non solo un simbolo della grandezza della ricerca italiana nel mondo, ma anche un esempio di impegno civile nella difesa della democrazia, del clima e dei diritti umani”.
Il convegno ha voluto essere un momento di confronto aperto con le tante realtà che, da anni, lottano per tutelare la libertà, l’indipendenza e la qualità della ricerca pubblica. “Non permetteremo che l’indifferenza o l’assenza di visione politica continuino a indebolire un settore cruciale per lo sviluppo economico, culturale e tecnologico dell’Italia” – ha concluso la deputata.
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